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Allarme Ispra: “Il cemento ha cancellato il 20% della fascia costiera italiana”

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Filippo Mammì

Allarme ambiente: circa il 20 per cento della fascia costiera italiana è ormai perduto per sempre. Scomparsi anche 34mila ettari di terreno all’interno delle aree protette

E’ allarme ambiente: circa il 20 per cento della fascia costiera italiana, più o meno 500 chilometri quadrati ossia come l’intera circonferenza costiera sarda, è ormai perduto per sempre. Sono stati completamente impermeabilizzati il 19,4 per cento di suolo compreso tra gli 0-300 metri di distanza dalla costa ed il 16 per cento compreso tra i 300-1000 metri. Sono scomparsi anche 34mila ettari di terreno all’interno delle aree protette, il 9 per cento delle zone a pericolosità idraulica ed il 5 per cento delle rive di laghi e fiumi. Ma il cemento ha osato fare molto di più, arrivando addirittura ad invadere il 2 per cento delle zone ufficialmente considerate non consumabili. Il quadro non confortante è stato dato ieri dall’Ispra con il Rapporto sul consumo di suolo 2015, durante il convegno collaterale all’Expo 2015 “Recuperiamo Terreno”, a Milano; secondo le stime, l’Italia l’anno scorso ha perso moltissimo terreno, con il 7 per cento di suolo direttamente impermeabilizzato (mille volte in più rispetto agli anni Cinquanta) e il 50 per cento di territorio che, anche se non coinvolto direttamente, ne subisce in qualche modo gli effetti devastanti.

Ma non solo: le stime rilevano la perdita soprattutto di aree agricole coltivate (il 60 per cento), urbane (22%) e di terre naturali vegetali e non (19%). Stiamo cementificando anche alcuni tra i terreni più produttivi al mondo, come la Pianura Padana, dove il consumo è salito al 12 per cento. In un solo anno, almeno 100.000 persone hanno perso la possibilità di cibarsi con prodotti di qualità italiani; inoltre, il consumo è cresciuto velocemente nelle periferie e nelle aree a bassa densità di popolazione, mentre le città continuano a crescere disordinatamente esponendosi sempre più al rischio idrogeologico. Esistono però province, come quella di Catanzaro, in cui oltre il 90 per cento del tessuto urbano è a bassa densità. Le regioni più “consumate” e a rischio sono Lombardia, Veneto, Liguria, Emilia Romagna e Campania.

Filippo Mammì

Sono giornalista professionista da due anni, ho 35 anni e sono di Reggio Calabria. Dopo un diploma in maturità classica e una laurea presso il DAMS dell'Unical (Università della Calabria) ho passato quasi dieci anni della mia vita a Roma, lavorando prima nel mondo del cinema (mansioni varie, niente di che!); in seguito, mi sono avvicinato al giornalismo (mia seconda passione dopo il cinema) frequentando il master di primo livello di Giornalismo presso la Lumsa, abilitativo all'esame da professionista presso l'ODG. Possiedo un blog su un sito locale e collaboro, oltre che con Cataniavera.it e Newspage.it, anche con Litalianews.it

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