Un commando armato riconducibile al gruppo di estrema sinistra Dhkp-C ha preso in ostaggio ieri, all’interno del tribunale di Caglayan a Istanbul, il procuratore Mehmet Selim Kiraz ed ha subito rivendicato l’azione postando sui social network la foto che ritrae il procuratore imbavagliato e con una pistola puntata alla tempia, immagine che in pochissimo tempo ha fatto il giro sui siti d’informazione. Non sono ancora chiarissimi i motivi del sequestro, ma è quasi sicuro che si tratti di una vera e propria vendetta per gli scontri avvenuti due anni fa tra polizia e attivisti anti governativi a Gezi Park, nel cuore della metropoli turca; Kiraz, infatti, è il giudice che si è occupato delle indagini per la morte del quindicenne Berkan Elvan, colpito alla testa da un lacrimogeno nel giugno 2013 durante le proteste di piazza e successivamente deceduto in ospedale l’11 marzo 2014 dopo 269 giorni di coma. Il gruppo di rapitori aveva poi dato tempo fino alle 15.36 alle autorità per diffondere una pubblica confessione dei poliziotti accusati della morte del giovanissimo Elvan, rinviarli a giudizio davanti ad un tribunale popolare e rilasciare immediatamente tutti i manifestanti arrestati e ancora detenuti. Sono entrate subito in azione le teste di cuoio, irrompendo nel Palazzo di Giustizia e facendo evacuare tutto il personale; successivamente, sono state avviate le trattative con i rapitori, che tenevano l’ostaggio al sesto piano del palazzo di Giustizia di Istanbul. Non si hanno ancora molte notizie nè sulle trattative e neppure su quanto sia successo dopo, poichè un procuratore di Istanbul ha imposto il silenzio stampa sulla vicenda, forse per non intralciare le delicatissime comunicazioni tra la polizia e i sequestratori. Curiosamente, sempre ieri, in tutta la Turchia, si era verificato un black out che ha colpito almeno 44 province, comprese quelle di Ankara e Istanbul, causando moltissimi disagi; le autorità non ne escludono la matrice terroristica.