Matteo Renzi si è affidato a una lettera, indirizzata a tutti i responsabili dei circoli Pd, per cercare di appianare le tensioni interne al partito a causa dell’ Italicum e, soprattutto, per spiegare il suo punto di vista e come il Pd dovrebbe muoversi: “Possono mandare a casa il governo quando vogliono, ma non possono fermare l’urgenza del cambiamento che il Pd oggi rappresenta”. Con queste parole il premier ha introdotto la lettera, che poi continua così: “Se questa legge elettorale non passerà, sarà l’idea stessa del Partito Democratico come motore di cambiamento per l’Italia a venire meno. Nel voto di queste ore c’è in ballo la legge elettorale, certo, ma anche e soprattutto la dignità del nostro partito – si legge ancora nella lettera di Renzi – milioni di nostri concittadini affidano le loro speranze al nostro lavoro. Già altre volte in passato le divisioni da parte nostra hanno consentito agli altri di tornare al potere e di fare ciò che il Pd oggi rappresenta. Davvero è dittatura quella di chi chiede di rispettare il volere della stragrande maggioranza dei nostri iscritti, dei nostri parlamentari e del nostro gruppo dirigente?”. “La prima regola della democrazia è rispettare, tutti insieme, la regola del consenso interno; quando ho perso le primarie ho riconosciuto che la linea politica doveva darla chi avesse vinto. Adesso non chiedo semplicemente realtà, chiedo rispetto per un’intera comunità che si è espressa più volte a tutti i livelli”. Renzi ha poi messo in evidenza il momento delicato della vita istituzionale dell’ Italia: “Gli italiani ci hanno dato credito: eravamo al 25 % nel 2013, siamo passati al 41 % nel 2014. In un anno abbiamo aumentato in modo incredibile il consenso; possiamo ridare speranza e orgoglio all’Italia. Ma non possiamo puntare unicamente a mantenere la poltrona, siamo al governo per cambiare l’Italia, servendola; non ci abitueremo alla palude di chi vuole rinviare, rinviare, rinviare”.