E’ ufficiale: il Senato ha approvato il Ddl anticorruzione nella sua interezza, con 165 sì, 74 no e 13 astenuti. Adesso, il provvedimento che aumenta le pene relative alla corruzione e alla riforma del falso in bilancio andrà all’esame della Camera. Ieri mattina, erano già stati approvati gli articoli 8, 9 e 10 sul falso in bilancio per le società quotate e non quotate in borsa; torna quindi ad essere un reato grave il truccare i rendiconti anche per coloro che non hanno preoccupazioni di listino borsistico. Non è passata invece la proposta dei senatori cinque stelle di introdurre l’interdizione perpetua dai pubblici uffici per chi commette reati inerenti alla corruzione; i grillini, ovviamente, non hanno apprezzato e Grillo non si è risparmiato bordate dal suo blog, soprattutto in merito alle ultime cronache giudiziarie che si stanno abbattendo da due giorni sul Pd. “Non gli si sta più dietro. Tra gli indagati e gli arrestati giorno dopo giorno, il Pd sta battendo ogni record. Al posto della procura antimafia, ci vorrebbe una procura antiPd; sarebbe più immediata la ricerca delle responsabilità, ma c’è un problema. Nel Pd non ci sono pentiti e nessuno va mai in galera, ma quando mai? E soprattutto, chi glielo fa fare di pentirsi? Dai tempi di Greganti e del “conto gabbietta”, il silenzio è pressi, è d’oro, è cooperativo. Passata la bufera, ritorni più candido di prima e un posto in Parlamento per te c’è sempre solo se tieni la bocca chiusa. Un Buscetta nel Pd, ma anche negli altri partiti, non ci sarà mai”. Ma c’è anche Forza Italia: la sua linea non è risultata vincente e i segnali di nervosismo si sono materializzati sotto forma di assenze dall’Aula. Infatti, più di un articolo del Ddl è passato solo grazie a maggioranze risicate, dai quattro ai cinque voti.