Si è riunito ieri sera, intorno alle 20, il Consiglio dei ministri incaricato per l’approvazione del Documento di economia e finanza (Def) e del Programma nazionale di riforma (Pnr), con i tagli per 10 miliardi alla spesa corrente nel 2016. Sembrava che già la riunione di ieri mattina fosse stata indetta proprio per l’approvazione, invece i ministri si sono incontrati solamente per confermare la nomina di Claudio De Vincenti a sottosegretario della presidenza del Consiglio, in sostituzione di Graziano Delrio, a sua volta subentrato al posto di Maurizio Lupi nel dicastero delle Infrastrutture. Comunque, il Cdm rimandato a ieri sera è stato motivato dalla richiesta di Matteo Renzi ai vari dicasteri di ripulire i testi da doppioni e inesattezze per coordinarli meglio. Alle 24, infatti, il Def è stato inviato alla Commissione Europea nella versione definitiva; nei testi del Def e del Mef è spuntato inoltre un “tesoro” di 1,5 miliardi, definito un “bonus” dal governo e destinato alle misure per il welfare. La cifra era comunque presente all’interno del Programma di stabilità del Def, già esaminato dal Cdm, ma solamente ieri è venuto a galla; secondo il Def, questa risorsa potrebbe essere disponibile entro quest’anno, ma il suo impiego dovrebbe essere definito tramite un decreto fatto ad hoc. Qualcuno, in politica, ha iniziato a mugugnare, ma forse Renzi vuole compiere un intervento sul welfare, magari con l’estensione del bonus di 80 euro anche agli incapienti, un progetto molto sentito all’interno dell’esecutivo, ma che per carenza di risorse non è ancora riuscito a realizzare. Secondo altri, questo “tesoretto” potrebbe essere usato con un intervento sulla povertà e sul reddito di cittadinanza, come fortemente voluto dal Movimento Cinque Stelle. Di certo, è una manovra che ha scombussolato un po’ i conti.