Ieri un violento attacco, ad opera di alcuni terroristi islamici, si è consumato all’interno del Museo del Bardo, nel centro di Tunisi; alcune decine, o un piccolo gruppo, ancora è impossibile saperlo, di turisti stranieri sono stati tenuti in ostaggio per ore da parte di un commando formato da cinque miliziani armati facenti parte del Califfato islamico dell’Isis, che ha anche rivendicato l’attacco al museo, almeno stando alle fonti dei media locali e del portavoce del ministro dell’Interno tunisino, Mohammed al Aroui. Almeno 24 turisti sarebbero rimasti uccisi durante l’attacco; confermata la morte di 4 italiani. Lo ha reso noto la Farnesina, che è rimasta in costante comunicazione con le autorità tunisine, anche se le notizie finora sono molto confuse. I turisti italiani, presenti all’interno del museo al momento dell’irruzione dei terroristi che si sarebbero camuffati da militari, erano scesi a Tunisi dalla nave Costa Fascinosa, partita domenica da Savona con scali a Civitavecchia e Palermo prima di attraccare ieri mattina alle 8 nel porto della capitale tunisina; secondo l’emittente Al Arabiya, le persone liberate nel corso del pomeriggio erano più di un centinaio, mentre altre 20 – 30 sono rimaste in mano ai miliziani per molte ore ancora, finchè le forze speciali tunisine hanno posto fine al sequestro nel tardo pomeriggio. Uno dei sequestratori sarebbe fuggito ed è attivamente ricercato in tutta la zona della capitale. L’agguato era iniziato nella tarda mattinata di ieri al Museo, tra i più importanti di Tunisi, che si trova nei pressi del Parlamento tunisino; in quel momento si trovavano all’interno circa 200 turisti di nazionalità francese, spagnola, italiana e inglese, tutti giunti con la Costa Fascinosa. Gli agenti di sicurezza hanno impedito, per ragioni di pericolosità, l’uscita dall’aula del Parlamento a giornalisti e deputati; il Bardo custodisce i mosaici romani meglio conservati al mondo e forse proprio per la sua importanza è stato preso di mira dai terroristi. Tra gli ostaggi ci sarebbero stati anche alcuni bambini, come dimostrerebbero delle foto circolate ieri su Twitter e su altri social network.