Ci sarebbe una svolta nelle indagini sulle cause che hanno portato al disastro aereo dell’Airbus A320, precipitato due giorni fa sulle Alpi francesi mentre volava da Barcellona a Dusseldorf: sarebbero stati estratti, dalla prima scatola nera rinvenuta sul luogo dell’incidente, alcuni file di dati audio in perfetto stato di conservazione e quindi utilizzabili. Lo ha riferito il Bea, l’ente per la sicurezza del volo francese, che indaga sulla tragedia: “Siamo riusciti ad estrarre dei file audio dalla scatola nera, file che riusciremo ad utilizzare, anche se è ancora troppo presto per trarre conclusioni sulla dinamica dell’incidente” ha spiegato Remi Jouty, presidente del Bea, avvertendo anche che i tempi delle indagini potrebbero essere molto lunghi: “Ci vorranno alcuni giorni per poter trascrivere la conversazione dei piloti e diverse settimane perchè quest’ultima sia sufficientemente accurata – ha dichiarato Jouty – per ora non abbiamo invece alcun elemento sulla seconda scatola nera, ma non ricordo altri incidenti in cui essa sia finita in pezzi”. A proposito delle due scatole nere ha parlato anche il presidente Francois Hollande: “Una è già stata ritrovata, mentre l’altra la stiamo ancora cercando. Di quest’ultima è stata rinvenuta la custodia, ma non il contenuto. Cercheremo fino al risultato auspicato” ha detto. Intanto, iniziano a trapelare molte indiscrezioni sugli ultimi minuti di volo: sembra che, per ben tre volte in sei minuti, i controllori di volo abbiano cercato di mettersi in contatto con l’Airbus, senza però riceverne alcuna risposta. Inoltre, a partire dalle 10.30, ora dell’ultimo messaggio di routine inviato dal velivolo, trascorrono solo 62 secondi prima che l’aereo inizi a perdere quota e sparisca dal contatto radio. E poi, stando alla dinamica dello schianto, il Bea ha finora escluso come causa del disastro l’ipotesi della depressurizzazione dell’aereo.