Maurizio Landini entra in politica lanciando la sua “coalizione sociale”, e lo annuncia durante un’assemblea convocata a Roma, nell’ex palazzo dell’Flm, dove tra l’altro annuncia anche una manifestazione per il prossimo 28 marzo in piazza contro il Jobs Act. Il segretario generale della FIOM-CGIL tiene a precisare che non sarà un nuovo partito politico ma bensì un luogo dove difendere tutti i diritti dei lavoratori e che nasce dalla certezza che la politica non è proprietà privati: «Puntiamo a mettere insieme tutte le forme di lavoro; la cosa importante di oggi e che poi faremo anche nei prossimi giorni, è quella che se in questi anni la precarietà, la contrapposizione tra forme di lavoro diverse dalle partite Iva è stata giocata per abbassare i diritti a tutti noi dobbiamo capovolgere questo quadro e quindi dobbiamo riunificare il lavoro per estendere i diritti a tutti». «Noi facciamo il nostro mestiere di movimento sindacale e sociale. Agiremo contrattualmente nei luoghi di lavoro per chiedere che tutti abbiano gli stessi diritti, per aprire una battaglia sugli appalti, per riconquistare i contratti ma cambiare le leggi vuol dire fare proposte per costruire un consenso e, se necessario, arrivare anche a forme di referendum abrogativi». Poi sottolinea che è sempre meglio un urlo rispetto a chi in silenzio ha cancellato lo statuto dei lavoratori; spiega inoltre che «la società non esiste, esistono solo gli individui e il potere che li governa con cui è stato creato lo spettro di un futuro già presente con cui siamo chiamati a fare i conti in tutta Europa e che sta scatenando una guerra tra poveri». A Roberto Speranza, capogruppo del Partito Democratico alla Camera dei Deputati, non piace “l’anti-renzi”: «Io non credo che il futuro della sinistra abbia senso in un campo antagonista che si basa sulle urla di Landini. Io penso che il futuro della sinistra debba stare nella sfida del governo e dentro il Partito Democratico, per cui il nostro obiettivo è dare più forza alla sinistra nel Pd e nell’azione di governo».
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