Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, chiede una lotta dura alla corruzione e lo fa in occasione del ricevimento al Quirinale delle toghe tirocinanti. “L’etica deve guidarvi – dice il capo dello Stato – anche per non lasciarvi condizionare dal timore di subire le conseguenze di eventuali sanzioni”, inoltre ci vuole “coraggio e umiltà” per quelli che saranno i nuovi Magistrati. La corruzione è “una grave alterazione per l’economia e per la vita pubblica del nostro paese”. Un’attenzione particolare viene invece richiesta dal presidente della Repubblica ai politici che stanno decidendo della responsabilità civile dei pm, nel valutare gli effetti, e determinazione nel combattere la corruzione. “Recenti modifiche alla legge Vassalli hanno mantenuto il principio della responsabilità indiretta del Magistrato e hanno collegato la più stringente disciplina della rivalsa statuale alla riferibilità a condotte soggettivamente qualificate in termini di dolo o di negligenza inescusabile. Ovviamente come ha precisato il ministro della Giustizia, andranno attentamente valutati gli effetti concreti dell’applicazione della nuova legge”. E ancora sulla corruzione: “Un vero e proprio cancro. Il rapporto tra la giustizia e lo sviluppo, tra equità e finanza pubblica, in una parola: il contributo per una continua costruzione dell’edificio della democrazia, passa anche di qui con l’impegno particolare e diretto alla lotta alla corruzione. Non sarà mai abbastanza sottolineata l’alterazione grave che deriva alla vita pubblica, al sistema delle imprese, al soddisfacimento dei bisogni della nostra comunità, dal dirottamento fraudolento di risorse verso il mondo parallelo della corruzione”. In conclusione il capo dello Stato ha chiesto ai neo “umiltà e rispetto della dignità della persona che si traducono nella costante attenzione alle conseguenze del proprio agire professionale sia verso i singoli sia verso l’intera società”.