I ministri degli esteri di Francia, Germania e Regno Unito insieme con il segretario di Stato americano John Kerry e l’Iran, si sono riuniti a Londra con l’urgenza di raggiungere un accordo entro la fine di marzo in merito al programma nucleare iraniano. Sono sei le potenze mondiali che vogliono assicurarsi che l’Iran non possa sviluppare armi nucleari. Il presidente iraniano Hassan Rouhani ha detto che “il raggiungimento di un accordo è possibile, non c’è nulla che non possa essere risolto”, con la data 31 marzo prossimo come obiettivo per un accordo preliminare per poi passare ad un accordo finale entro la fine del mese di giugno. Il ministro degli esteri britannico, Philipp Hammond, ha fatto sapere attraverso una nota che continueranno a lavorare tutti insieme, con l’intento di garantire un risultato positivo. Secondo il segretario di Stato Usa, John Kerry nei colloqui risaltano “progressi sostanziali, anche se rimangono lacune importanti”. E intanto l’ayatollah Ali Khamenei ha voluto precisare ad una folla nel nord-est dell’Iran che “i negoziati con l’America sono esclusivamente sulla questione nucleare e niente altro; tutti devono sapere che non parliamo con gli Stati Uniti su questioni regionali. Nelle questioni regionali, gli obiettivi dell’America sono completamente opposti ai nostri”.
Il New York Times parla degli omicidi degli scienziati iraniani
“Negli ultimi dieci anni o giù di lì – scrive il New York Times – la guerra segreta per fermare il programma nucleare iraniano ha incluso gli omicidi dei loro migliori scienziati di alto profilo. Gli assassinii si fermarono di colpo qualche anno fa, dopo che erano stati pubblicamente denunciati dagli Stati Uniti”. Ma dall’Iran insistono col dire che il loro programma nucleare è del tutto pacifico facendo partire una prova di sabotaggio occidentale.