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Digital Trends 2015, gli italiani sono tra i più interessati alle nuove tecnologie digitali

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Redazione

Gli utenti internet hanno sempre più dimestichezza nel condividere informazioni personali, almeno rispetto a due anni fa, ma allo stesso tempo sono maggiormente consapevoli dei mezzi che hanno a disposizione per controllare i propri dati, riuscendo in questo modo a usare internet e i social media come mezzi per migliorare la propria vita professionale e privata. È questo uno degli aspetti principali che emerge dal report Microsoft Digital Trends 2015, condotto su un campione di oltre 13mila persone in 13 paesi, tra cui l’Italia, che si è dimostrato essere uno dei paesi più attivi e curiosi sulle ultime tendenze digitali. “Due anni fa gli utenti erano maggiormente preoccupati alla privacy, molti volevano rimanere anonimi” ha dichiarato Natasha Hritzuk di Microsoft, mentre oggi c’è un netto spostamento verso un controllo della propria rappresentazione che viene fuori dai media digitali. Gli utenti stanno insomma attenti che emerga una precisa narrazione del proprio sé digitale, visto che il 78% di loro è consapevole che la presenza online genera dati che possono essere usati dalle aziende. E in effetti il 57% delle persone intervistate vuole avere la possibilità di controllare tutte le informazioni che mettono online e anche per quanto tempo possono rimanere visibili. Si tratta di quello che Microsoft ha chiamato “Diritto alla mia identità”. Ad esempio, molti utenti giocano online con gli amici e la piattaforma utilizzata (come Facebook, oppure Xbox One) dà generalmente la possibilità di condividere con i compagni di gioco, gli amici o il web i risultati raggiunti, i punteggi e molto altro ancora. Molti utenti sono fieri di poter mostrare i traguardi di gioco e i punteggi, mentre altri non lo desiderano; alcuni giocatori magari preferiscono mostrare solo alcuni dati personali del profilo, ma non i punteggi. Insomma, in un settore sempre più importante nel mondo digital come quello dei giochi, gli utenti vogliono avere la possibilità di poter controllare i propri dati, sia per motivi di narrazione del proprio sé digitale, sia perché sono consapevoli che queste informazioni possono essere usate dalle stesse aziende di giochi.

Un aspetto importante che emerge infatti dal report è quello delle notifiche push, ossia i suggerimenti che le app possono dare in base alle azioni che l’utente compie. Giocando ad esempio a blackjack online, l’utente potrebbe decidere se rendere disponibili i propri dati per ricevere suggerimenti automatici volti a migliorare le proprie performance, sapere che cosa ha sbagliato in una mano di gioco o essere indirizzato ad una guida. Sono sempre di più invece gli utenti, che oltre a consigli di gioco, ricercano offerte e bonus per scommettere nei casinò online: gli utenti intervistati hanno mostrato un aumento dell’interesse verso le tecnologie in grado di proporre suggerimenti, nuove esperienze, cose da fare e connessioni basate sui propri interessi e azioni: si è passati infatti dal 50% del report dello scorso anno al 53% e la percentuale di italiani interessati è pari addirittura al 65%. I nostri connazionali in generale si sono mostrati molto attivi online e curiosi nei confronti delle nuove tecnologie. L’83% degli intervistati provenienti dall’Italia ha infetti dichiarato di avere uno smartphone, il 97% usa un dispositivo digitale ogni giorno e il 49% è quotidianamente online per più di cinque ore.

Un altro capitolo interessante è quello delle tecnologie indossabili, visto che potrebbero diventare presto mainstream grazie all’Apple Watch. Il 74% degli utenti è interessato a questo tipo di tecnologie, percentuale che sale al 78% tra gli italiani. Il nostro popolo primeggia inoltre anche nell’ambito dell’internet of things: mentre infatti i dati complessivi dei Digital Trends mostrano che il 60% delle persone intervistate è interessato all’internet delle cose (come automobili o case smart), tra gli italiani il dato arriva al 74,8%. Insomma, se il rapporto tra utenti e tecnologie si sta modificando, gli italiani sono forse tra i più pronti ad affrontare questo cambiamento.

Redazione

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