Domenica di sangue in Pakistan, a Youhanabad, un quartiere cristiano di Lahore (nell’est del paese), dove un attacco terroristico ha colpito due chiese, una cattolica ed una protestante, con le esplosioni non molto lontane l’una dall’altra. Tra le bombe vi sarebbe anche un kamikaze ma non è ancora chiaro, né confermato da nessuna fonte ufficiale, ma secondo i racconti della gente sarebbe entrato in chiesa approfittando della folta folla per via della messa in corso, per poi farsi saltare in aria. Si è voluto colpire di proposito due simboli di culto cristiano. Le vittime: 15 persone hanno perso la vita, tra di loro donne e bambini; almeno 70 i feriti, trasportati immediatamente al General Hospital di Lahore, tra di loro 30 versano in gravi condizioni. I due attentati sono stati subito rivendicati da una cellula scissionista dei Talebani presenti in Pakistan. Ihsanullah Ihsan, portavoce degli estremisti, ha voluto precisare che gli attacchi terroristici “continueranno fino a quando la sharia non sarà imposta nel Paese”. E’ stato colpito proprio Youhanabad, in quanto risiede la più folta comunità cristiana del Pakistan. Dopo gli attentati la popolazione inferocita ha deciso di farsi giustizia da sé linciando un passante indiziato come uno dei colpevoli di tali barbarie. Un’altra persona ha rischiato di essere bruciata, salvata grazie all’intervento della polizia che l’ha arrestato per avviare le indagini del caso. Quattro uomini delle forze dell’ordine, tra l’altro feriti, sono stati tenuti in ostaggio per più di due ore sempre dalla stessa folla che ha dato fuoco al presunto terrorista; a loro imputati il fatto di non aver vigilato a sufficienza le due chiese. Alcune testimonianza hanno invece riferito che grazie al prontissimo intervento di una guardia di sicurezza il bilancio non è risultato in fine ancor più disastroso di quanto già non fosse.