Il 22 marzo è la Giornata Mondiale dell’Acqua. Per l’occasione l’Unicef fa sapere che la situazione mondiale è migliorata in quanto dal 1990 ad oggi 2,3 miliardi di persone sono passati da acque non buone a una qualità migliore di acqua potabile. Secondo il ‘Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia’ «l’Obiettivo di Sviluppo del Millennio di dimezzare a livello globale la percentuale di persone che non hanno accesso all’acqua è stato raggiunto 5 anni prima del 2015». Sanjay Wijesekera, responsabile Unicef per i programmi all’Acqua e ai Servizi igienico sanitari, ha spiegato che «le tappe per l’accesso all’acqua potabile, dal 1990, hanno rappresentato progressi importanti nonostante le incredibili difficoltà. Ma c’è ancora tanto da fare. L’acqua è la vera essenza della vita e circa 750 milioni di persone tra le più povere e ai margini ancora oggi vedono negato questo diritto umano di base». Situazione critica in Cina dove sono esattamente 112 milioni le persone che non vi hanno accesso, con 92 milioni in India. E ancora oggi purtroppo sono circa 1.000 i bambini a livello mondiale che ogni giorno muoiono a causa di malattie legate ad acqua non sicura per mancanza di servizi igienico-sanitari e scarsa igiene.
Prendendo in considerazione il nostro paese dati alla mano dicono che godiamo di una situazione di assoluto privilegio confrontando la qualità dell’acqua che arriva dal rubinetto, con altri paesi: l’acqua potabile erogata in rete ci arriva direttamente dalle sorgenti oppure da falde sotterranee, per circa il 70%, mentre viene sottoposto a processi di depurazione più o meno il 30%. Secondo Carlo Cremisini, esperto dell’Enea, «le rilevazioni e i monitoraggi su 157 siti in quasi tutte le province italiane, dicono che sono rarissimi i casi di superamento dei limiti della concentrazione di elementi imposti dalle direttive europee. Altrettanto si può dire delle moltissime acque minerali in bottiglia, anche questa una ricchezza peculiare del nostro Paese».