Youtube sta iniziando a invecchiare. La piattaforma fu creata il 14 febbraio 2005 da tre ex dipendenti di PayPal: Chad Hurley, Steve Chen e Jawed Karim. Da quel momento, il mondo internettiano non è stato più lo stesso
Anche Youtube sta iniziando a invecchiare; il sito più cliccato al mondo, dopo Facebook e Google, ha compiuto infatti dieci anni a San Valentino. La piattaforma fu creata il 14 febbraio 2005 da tre ex dipendenti di PayPal: Chad Hurley, Steve Chen e Jawed Karim. Da quel momento, il mondo internettiano non è stato più lo stesso; nell’ottobre 2006, Youtube viene comprata da Google per la “modica” somma di 1,65 miliardi di dollari. Oggi la piattaforma di condivisione e caricamento di video più grande al mondo frutta tantissimo e conta più di un miliardo tra iscritti e utenti, è disponibile in 61 lingue e 75 Paesi e, in ogni minuto, vi vengono caricate mediamente oltre 300 ore di video. Inoltre, Youtube ha nel corso degli anni sperimentato varie innovazioni per attrarre sempre più utenti, come l’ultima che prevede i filmati a multi angolazione con l’utente che fruisce i video potendo cambiare inquadratura, passando per angolazioni diverse senza soluzione di continuità.
Youtube ha permesso addirittura di creare nuove professioni legate alla creazione di video, ha permesso di formare agenzie di produzione per realizzare cortometraggi da pubblicare direttamente on line ed ha anche documentato fatti di cronaca in Italia e all’estero, non ultimo è diventato ormai un potente mezzo di diffusione di idee, e per questo è visto molto male dai governi più restrittivi. Si è inoltre dimostrato un ottimo veicolo per pubblicizzare la musica e i videoclip, i quali costituiscono al momento la fetta più cliccata dell’intera piattaforma: basti pensare che il video “Gangnam Style” del coreano Psy, il filmato – fenomeno del 2012, ad oggi ha raggiunto la quota di 2 miliardi di visualizzazioni, facendo impazzire persino i contatori di Youtube.
Purtroppo, c’è anche un lato negativo: Youtube è spesso utilizzata per la pubblicazione di video finalizzati alla propaganda jihadista, a volte anche quelli orribili delle esecuzioni dell’Isis. Ma la mole di video caricata ogni giorno non permette al momento nessuna censura dei contenuti forti: “E’ come filtrare una telefonata prima ancora che venga fatta” ha dichiarato a Bruxelles Verity Harding, public policy manager di Google, che ha anche lanciato l’allarme.