Nuova tregua in Ucraina, iniziata alle 00.23 (ora italiana), grazie alla trattativa avviata nei giorni scorsi a Minsk tra il governo di Mosca e quello di Kiev, e conclusasi con la decisione di cessare il fuoco, accettata dai separatisti. Nelle ore antecedenti si è però continuato a combattere e morire, in modo particolare nella città di Donetsk, e si continua tutt’ora a combattere a Debaltsevo, una città strategica, sul collegamento ferroviario tra Donetsk e Luhansk. Proprio a Debaltsevo, Washington ha reso pubbliche quelle che sostiene essere le prove dell’intervento diretto di Mosca. Oleksandr Zakharchenko, attuale capo e primo ministro dell’autoproclamata Repubblica di Donetsk, ha dichiarato che “in assenza di una indipendenza di fatto, i filo russi sono pronti a rivendicare come proprio l’intero territorio della regione di Donetsk”, e non importa come lo conquisteranno, l’importante è conquistarlo, inoltre ha emanato un decreto in cui ordina che dalle ore 23 (italiane) del 14 febbraio, vengano deposte le armi. Nelle scorse ore all’interno della città si è verificata una forte esplosione che ha causato la morte di tre persone e cinque feriti. Il Presidente Ucraino, Petro Oleksijovyč Porošenko, ha chiamato telefonicamente la cancelliera tedesca, Angela Merkel, il Presidente degli Stati Uniti, Barack Obama e il premier francese François Hollande, per parlargli della situazione delle ultime ore, definendo il momento come “l’ultima possibilità per la pace”. Anche Vladimir Putin, Presidente della Repubblica federale Russa, ha voluto chiamare la Merkel e Hollande per ribadire che verrà mantenuto l’impegno preso. E intanto, tutte le guerre come si sa, a lungo andare portano anche malattie ed infatti sull’Ucraina cala la paura per il Colera: mancano le medicine e le epidemie iniziano a diffondersi.