Ultimamente si era assistito agli scontri interni del Partito Democratico, tra il premier Matteo Renzi e maggioranza, e la minoranza dem con Pippo Civati in testa. Ieri invece ha alzato la voce uno che non ti aspetti, l’ex segretario del partito, Pier Luigi Bersani, che si è detto stanco di fare il figurante. Per Renzi si tratta di polemiche ingiustificate. I fatti: il presidente del Consiglio ha organizzato un confronto con alcuni parlamentari del Pd, per parlare di Rai, fisco, scuola e ambiente, confronto a cui Bersani ha deciso di non partecipare, (ricevendo gli applausi di Civati), usando parole molto dure in merito dicendo di inchinarsi alle esigenze della comunicazione ma di non voler fare la parte da figurante. Ecco le parole precise usate dall’ex segretario: «Io m’inchino alle esigenze della comunicazione, ma che gli organismi dirigenti debbano diventare figuranti di un film non ci sto»; Pier Luigi Bersani invoca un confronto nel merito senza chiusure preventive. Non sono mancate le critiche ai decreti attuativi del Jobs act con l’avvertimento che senza alcune modifiche al Ddl Boschi non voterà a favore nemmeno dell’Italicum in quanto il combinato disposto tra i due rompe l’equilibrio democratico. Parole nette e dure a cui non poteva sottrarsi dal non rispondere Matteo Renzi che replica dicendosi stupito da chi gioca la carta della polemica interna: «Nessuno vuole ricominciare con i vecchi caminetti, siamo per il confronto sempre aperto e inclusivo», dice il presidente del Consiglio che parla di polemiche interne ingiustificate in quanto tutte le decisioni degli ultimi quindici mesi sono state discusse e votate all’interno del Pd, sottolinea Renzi che alla riunione oltre a Bersani dovrà fare a meno anche di Gianni Cuperlo, Stefano Fassina, e i civatiani, con Civati compreso.