Atene ha finalmente preparato il piano di riforme che dovrebbe riuscire a traghettare la Grecia al di fuori delle sacche della crisi e della morsa delle misure di austerity; il piano è composto da tre pagine e la prima bozza deve arrivare a Bruxelles per verificarne la coerenza con l’accordo di venerdì scorso all’Eurogruppo onde evitarne la bocciatura. La bozza prevede alcuni provvedimenti di lotta all’evasione fiscale, misure anticontrabbando ed anticorruzione, privatizzazioni e riforma della pubblica amministrazione, oltre che qualche misura al fine di ridurre l’impatto sociale delle direttive di austerità. La lista delle riforme, però, è ancora in fase di definizione per il governo ellenico, dove le ali estreme di Syriza e Manolis Glezos minacciano di non votarla considerandola una sconfitta per il Paese. Nelle intenzioni dell’esecutivo Tsipras, le riforme dovrebbero permettere di incassare circa 7 miliardi di euro con i quali finanziare le misure di allentamento dell’austerità; il piano, che Tsipras presenterà all’Unione Europea, alla Banca centrale europea e al Fondo monetario internazionale, si aspetta di attingere 2,5 miliardi dalle tasse sui grandi patrimoni e nella lotta agli oligarchi, nonchè dal recupero dei debiti fiscali arretrati di imprese ed individui, ed altri 2,3 miliardi dalla lotta al contrabbando di benzina e sigarette. Se il piano verrà accettato e poi attuato, le istituzioni daranno il via libera, entro la fine di aprile, al pagamento dell’ultima tranche residua di 7,2 miliardi di euro dei 240 complessivi del piano di crediti, ma soprattutto consentiranno alla Bce di accettare nuovamente in deroga i bond greci come collaterali per i finanziamenti alle banche elleniche.