E’ ufficiale: Gino Paoli si è dimesso dalla carica di presidente della Siae. La comunicazione, scritta dallo stesso cantante, è arrivata ieri ai consiglieri Siae riunitisi a Milano per il consiglio di gestione; le dimissioni sono state definite dall’artista “irrevocabili” e fanno seguito alla vicenda dei giorni scorsi che vede Paoli coinvolto in una presunta evasione fiscale. Nella comunicazione, contenuta in una lettera, il cantautore ha voluto precisare che “ci tengo a dirvi che sono certo dei miei comportamenti e di non aver commesso reati, inoltre, con assoluto rispetto verso chi sta svolgendo doverosamente il suo lavoro d’indagine, voglio difendere la mia dignità di persona per bene”. L’artista ha aggiunto che “credo di aver espletato il mio compito di presidente al massimo delle mie capacità. Sono orgoglioso dei risultati che abbiamo ottenuto insieme, delle battaglie importanti che abbiamo combattuto fianco a fianco, come quella a favore dei giovani autori. Ho l’assoluta certezza che la Siae continuerà la sua missione di tutela della creatività italiana”. Gino Paoli è indagato a Genova per evasione fiscale ed intanto continuano le indiscrezioni a proposito delle intercettazioni ambientali raccolte nello studio del commercialista Andrea Vallebuona, coinvolto nell’inchiesta sulla maxi truffa alla banca Carige, il quale sarà ascoltato oggi come teste assistito nel caso che vede protagonista il cantante. Si tratta dei due milioni di euro, proventi in nero di alcune prestazioni artistiche di Paoli, forse portati in una banca svizzera in varie fasi e che il cantante voleva recuperare senza però “scudarli”, come si evincerebbe dalle sue parole intercettate nello studio di Vallebuona. Lo stesso Paoli sosteneva in quell’occasione di non voler fruire dello scudo fiscale per quei soldi. Intanto, la Guardia di Finanza continua a setacciare il materiale sequestrato nella villa del cantautore nella speranza di rinvenire tracce del passaggio di quel denaro; gli inquirenti stanno ancora cercando l’istituto svizzero in cui sarebbero stati depositati i due milioni e in questo senso è fondamentale la testimonianza di Vallebuona. Paoli sarà poi interrogato il prossimo 2 marzo dai pm Nicola Piacente e Silvio Franz.