Non c’è più pace ormai tra la Grecia e l’Unione Europea dopo il brusco stop di due giorni fa durante i colloqui all’Eurogruppo; lo stop è arrivato sul testo di una bozza in cui 18 Paesi chiedevano ad Atene di accettare l’ulteriore estensione di sei mesi del piano di salvataggio secondo le direttive della Troika, un accordo non esente da flessibilità, ma con un obiettivo di avanzo primario vincolante nonchè l’astensione da mosse unilaterali. Lo stesso ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble, tornando ieri sulla questione durante una conferenza stampa, ha dichiarato che al momento “tutto è nelle mani di Atene”, non esiste un piano B da Bruxelles nè ci sarebbero altre alternative. La delegazione greca è guidata dal ministro delle Finanze Yanis Varoufakis, al quale è stato chiesto di dare una risposta entro domani e in ogni caso prima dei nuovi colloqui previsti da venerdì; ma sia Varoufakis che Tsipras hanno polemizzato accusando l’olandese Jeroen Dijsselbloem, presidente dell’Eurogruppo, di aver fatto sparire, 15 minuti prima della conclusione della riunione, una bozza discussa dalla delegazione ellenica con il vicepresidente della Commissione, Moscovici, che sarebbe stata accettabile e che i greci erano pronti a firmare. Insomma, una vera e propria provocazione: “Varoufakis non è riuscito a convincere l’Eurogruppo, anzi non abbiamo capito che cosa voglia la Grecia – ha dichiarato Schaeuble – se non vuole seguire il programma, non c’è bisogno di estenderlo, ma ci sono degli impegni che vanno mantenuti”. Pare inoltre che il ministro tedesco abbia reagito molto male alla pubblicazione di una vignetta, lo scorso 8 febbraio, comparsa sul giornale di partito di Syriza, “Avgi”, in cui era stato rappresentato come un nazista esclamante: “Insistiamo per fare del sapone dal vostro grasso e discutiamo sull’opportunità di usare le vostre ceneri come fertilizzante”. Il suo portavoce l’ha definita “molto offensiva”. Tsipras ha comunque preso le distanze dal giornale di Syriza definendolo: “Infelice”.