Vanessa Marzullo, una delle cooperanti rapite lo scorso 31 luglio in Siria e poi liberate giovedì, è finalmente tornata a casa nella sua Verdello (Bg). La giovane è giunta davanti al portone di casa ieri mattina, accompagnata dal papà Salvatore, la mamma, il fratello e due zie; è scesa dall’auto col cappuccio tirato sugli occhi per nascondere il viso ed è subito entrata nell’abitazione dribblando la piccola folla di giornalisti e curiosi che la stavano aspettando. Successivamente, Vanessa si è affacciata per qualche istante fuori dalla porta per salutare le persone radunatesi e per ringraziare “tutti coloro che hanno lavorato per il rilascio mio e di Greta e a tutte le persone che hanno pregato per noi”. Ha sussurrato queste poche parole ed è poi tornata dentro. Ad uscire di casa per parlare con i cronisti è stato invece il padre Salvatore che, pur ammettendo l’incoscienza della figlia, ha aggiunto: “Tutto quello che è accaduto adesso è acqua che scorre sotto i ponti. Vogliamo cercare di dimenticare, l’importante – ha ribadito – è che tutto sia andato per il verso giusto”. L’uomo ha poi aggiunto che Vanessa “non ci ha chiesto scusa perchè c’era poco da scusarsi” dicendo anche che la figlia ha bisogno di tempo per raccontare, nei minimi dettagli, i lunghi mesi di prigionia in Siria e che non ne ha parlato neppure con i familiari: “Lasciateci riposare per qualche giorno e poi sarà lei stessa a raccontare tutto” ha concluso. Vanessa è stata inoltre accolta da due striscioni appesi sulla casa dove il padre, separato, vive con il fratello. Su uno c’è scritto “Bentornate Vanessa e Greta” e sull’altro “Avrei aspettato per sempre per vederti sorridere”.