Si è creduto per molto tempo che le sigarette elettroniche fossero meno pericolose rispetto alle sigarette tradizionali, ma secondo uno studio USA portato avanti da alcuni ricercatori della Portland State University (Oregon) e pubblicato nell’ultimo numero della rivista scientifica New England Journal of Medicine (NEJM), le e-cigarettes sarebbero cancerogene da cinque a quindici volte in più rispetto alle sigarette tradizionali. «Abbiamo trovato – spiegano i ricercatori – che la formaldeide si può formare durante il processo di vaporizzazione delle sigarette elettroniche». Dunque sarebbe tutta colpa dell’agente cancerogeno formaldeide che si verrebbe a formare dal liquido miscelato di nicotina, aromi chimici, glicole propilenico e glicerina. Dallo studio viene fuori che se un consumatore di sigarette elettroniche inala tre millilitri di liquido vaporizzato riscaldato, ciò equivale a 14 milligrammi di formaldeide assorbita, mentre un consumatore di sigarette tradizionali ne assorbe per ogni carta circa tre milligrammi. Il dottor James Pankow, uno degli autori dello studio riportato dal New England Journal, ha riferito al Wall Street Journal che le sigarette elettroniche potrebbero comunque essere ancora più sicure rispetto alle sigarette tradizionali e che ci vorranno ancora anni di sperimentazioni per stabilire con chiarezza se possano essere rischiose più o meno rispetto alle sigarette tradizionali: “Attraverso la nostra ricerca vi stiamo dicendo semplicemente che ipotizzare che le sigarette elettroniche siano sicure perché non vi sono tossine è sbagliato”.
Il professor Riccardo Polosa, direttore scientifico della LIAF (Lega Italiana Anti Fumo), nonché primario di Medicina Interna nel Policlinico Universitario di Catania, non è però per nulla d’accordo con la ricerca pubblicata dalla Portland State University ed infatti in merito ha dichiarato: «Lo studio – spiega Polosa – si basa sulla valutazione di soggetti che svapano in condizioni non realistiche. In condizioni normali invece, ossia a bassi voltaggi non viene prodotta alcuna formaldeide, mentre vengono misurati livelli di formaldeide importanti in condizioni di uso altamente improbabili e non assolutamente realistiche».
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