Mentre impazzano le polemiche sul pagamento del presunto riscatto di 12 milioni di dollari per il rilascio delle due volontarie Greta Ramelli e Valessa Marzullo, il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni ha voluto leggere alla Camera un’informativa per chiarire i retroscena della liberazione delle due ventenni, rapite in Siria lo scorso 31 luglio: “Un grande Paese si impegna per liberare i propri cittadini sequestrati – ha esordito – sul riscatto sono state avanzate illazioni prive di fondamento”. Dopo aver ringraziato i servizi segreti e l’unità di crisi della Farnesina per il lavoro svolto, Gentiloni ha letto un riepilogo delle fasi sia del sequestro che della avvenuta liberazione: “Ho letto ricostruzioni, a proposito del riscatto, prive di reale fondamento e soprattutto veicolate da gruppi terroristici. Siamo contrari ad ogni tipo di riscatto. L’Italia in tema di rapimenti – ha poi proseguito – si attiene a regolamenti stabiliti su base internazionale, sulla stessa linea dei governi precedenti. Per noi la priorità resta sempre la tutela della vita e dell’integrità fisica dei nostri connazionali. E’ inaccettabile che qualcuno abbia detto che Greta e Vanessa se la siano cercata; l’Italia ha bisogno dei cooperanti e dei volontari”. Dopo aver ribadito l’impegno del nostro Paese contro il terrorismo, Gentiloni ha rivolto un pensiero alle famiglie di Giovanni Lo Porto e padre Paolo Dall’Oglio, gli altri due ostaggi italiani ancora in mano ai terroristi.
Mondo politico spaccato da destra a sinistra. Greta e Vanessa sentite in Procura
Le polemiche all’interno delle fazioni politiche sono iniziate giovedì pomeriggio e non si sono ancora placate. La Lega Nord è stato il partito che ha lanciato le accuse più dure: “In Italia si introduca una norma secondo la quale chi si mette nei guai da solo si arrangi – ha tuonato il governatore del Veneto Luca Zaia – nei confronti di queste ragazze sia stipulata una confisca a vita finchè non abbiano raccolto tutti i 12 milioni spesi per loro, ammesso che sia stata pagata questa cifra”. Anche il collega di partito Flavio Tosi è d’accordo e si è chiesto: “Perchè lo Stato non applica anche per i sequestrati all’estero la stessa legge che blocca i beni familiari per non far pagare i riscatti?”. Più prudente Giacomo Stucchi, presidente del Copasir, che ammette: “12 milioni di dollari è una cifra inverosimile”. Le forze politiche come Forza Italia o i partiti di centro si sono dimostrati meno veementi della Lega, chiedendo soprattutto un maggiore controllo sulle Ong e di evitare trasferte non sufficientemente organizzate nelle zone di guerra. Anche nell’aula della Camera sono continuate le proteste, soprattutto da parte della Lega e del M5s: i leghisti hanno criticato Gentiloni per non aver detto testualmente che non è stato pagato alcun riscatto, mentre la pentastellata Maria Edera Spadoni ha replicato alle parole del ministro: “La sua presenza, ministro, è inutile qui. La domanda è: avete pagato oppure no? E lei non ha dato alcuna informazione al riguardo”. Intanto, ieri a mezzogiorno è iniziata l’audizione di Greta e Vanessa nella caserma del Ros (Raggruppamento operativo speciale dei carabinieri) di Roma; l’atto istruttorio è stato condotto dagli inquirenti della Procura romana e si è protratto per una buona parte del pomeriggio. I verbali forse saranno secretati.
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