Si è concluso con una fumata nera il primo scrutinio di ieri per le elezioni del tredicesimo presidente della Repubblica, iniziato ieri alle 15. Il collegio presidenziale dei 1009 grandi elettori si è riunito in Parlamento in seduta comune insieme ai delegati regionali per eleggere il successore di Giorgio Napolitano. Il candidato ufficiale del Pd è stato confermato nel giudice costituzionale Sergio Mattarella; lo stesso Renzi lo ha annunciato stamattina davanti agli elettori dem: “Non ci sono altri candidati, si va avanti così” e l’assemblea ha approvato il nominativo all’unanimità. La linea del Pd è quella di votare scheda bianca nei primi tre scrutini e Mattarella solo alla quarta votazione, a maggioranza semplice (505 voti necessari), prevista per sabato mattina. Nei primi tre scrutini a maggioranza qualificata (672 voti) non si sarebbero trovati i voti sufficienti; il nome di Mattarella ha però incrinato i rapporti del Pd con Forza Italia e Ncd. Berlusconi e Angelino Alfano sono uniti nel rifiutare il candidato Pd. L’ex Cavaliere è giunto ad annunciare la scheda bianca a oltranza, denunciando la scelta di Renzi e minacciando anche la rottura del patto del Nazareno. La linea della scheda bianca a tutti gli scrutini sta facendo gola anche ad Area Popolare (Ncd e Udc) che per la corsa al Colle ha stretto un asse con Forza Italia. Fdi e Lega Nord voteranno il loro candidato di bandiera Vittorio Feltri e anche loro dicono no a Mattarella; al quarto scrutinio, Mattarella potrà comunque contare sui voti di Sc e Sel, forse anche su quelli degli ex M5s.