Giorgio Napolitano non vede l’ora di tornare a casa. Ieri, alla vigilia delle sue dimissioni, il presidente della Repubblica si è concesso anche una battuta rivolgendosi ad un bambino che lo ha interrogato in piazza del Quirinale, in occasione della manifestazione della Polizia di Stato “Una vita da social”: “Certo che sono contento di tornare a casa! Al Quirinale si sta bene, è tutto molto bello – ha aggiunto il capo dello Stato – ma è un po’ come una prigione. A casa starò bene e passeggerò”. Il presidente della Repubblica era di ritorno al Qurinale da un impiego pubblico e si è fermato a salutare i giovani accorsi ieri sul Colle per partecipare all’iniziativa della Polizia per sensibilizzare i ragazzi all’uso corretto e sicuro del Web; salutato il capo della Polizia Alessandro Pansa, Napolitano ha parlato per qualche minuto con gli studenti: “Io non navigo” ha spiegato il presidente, ribadendo però l’uso consapevole di Internet. Poi ha anche mandato un messaggio all’Italia: “Siamo molto incoraggiati dalla manifestazione di Parigi – ha spiegato – ma bisogna rimanere in guardia senza allarmismi. Dobbiamo essere consapevoli della necessità di un Paese che sappia ritrovare, di fronte alle questioni decisive e nei momenti più critici, la sua fondamentale unità”. Ieri mattina, anche il premier Matteo Renzi aveva più volte commentato la figura del capo dello Stato alla Commissione Ue di Strasburgo: “Il suo successore – aveva aggiunto – dovrà essere un “arbitro”. La stessa Costituzione descrive per la presidenza della Repubblica il profilo di un arbitro saggio. Servirà una figura di grande livello, perchè il capo dello Stato ha rivelanti responsabilità nella vita quotidiana, rilevantissime in alcuni momenti storici”.