Fabrizio Corona sta male, soffre di attacchi di panico e dopo la perizia psichiatrica potrebbe essere trasferito in una comunità. A stabilirlo è il Tribunale di Sorveglianza di Milano. L’ex ‘re dei paparazzi’ si trova in carcere da due anni e dovrebbe scontarne altri sette e otto mesi a fronte di una condanna complessiva di 14 anni e 9 mesi poi ridotta a 9 anni e 8 mesi. Giulio Benedetti, sostituto procuratore generale, aveva rifiutato con un secco “no” la richiesta dei domiciliari. Ma il catanese sta male, è sotto l’assunzione di psicofarmaci e nella descrizione si legge di lui come “un uomo dalla personalità narcisistica e borderline”. Durante l’udienza del 22 gennaio aveva detto ai giudici di avere seri problemi psicologici chiedendo pertanto e ufficialmente un’opportunità. Opportunità che potrebbe arrivare dopo la valutazione delle sue reali condizioni di salute. Secondo la consulenza tecnica depositata dai legali di Corona, e redatta dallo psichiatra Riccardo Pettorossi, l’ex agente fotografico soffrirebbe di “stati d’ansia, psicosi, depressione e attacchi di panico”. Gli avvocati dell’ex marito di Nina Moric, Ivano Chiesa e Antonella Calcaterra, hanno commentato la decisione del Tribunale definendola una buona notizia, “perché vuol dire che i giudici hanno valutato la nostra consulenza tecnica e vogliono approfondire la questione, verificando quali siano le condizioni di Fabrizio”. Corona dovrà però aspettare almeno fino all’11 febbraio, data fissata dai giudici per l’udienza che servirà per nominare i periti, sia medici che psichiatrici chiamati in causa per la conduzione degli accertamenti volti a stabilire il quadro psichico e psicologico del 40enne. Sempre durante tale data verrà stabilito il termine per il deposito della relazione sulle quali si deciderà se Fabrizio Corona dovrà continuare a scontare la sua pena in carcere o meno.
Lo scorso 8 dicembre l’ex agente fotografico, scrisse e fece recapitare attraverso l’avvocato e parlamentare Ignazio La Russa, una lettera all’allora Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano per chiedere la grazia parziale.