E’ uscito ieri “Love”, l’ultima fatica discografica del pianista marchigiano Giovanni Allevi; con quest’ultimo cd, Allevi ritorna a quell’atmosfera intimista che lo aveva fatto immediatamente notare agli inizi della sua carriera, con il pianoforte suonato in solitaria. “Love” arriva dopo quattro anni da un altro album del pianista di Ascoli Piceno, “Alien”, e dopo una parentesi sinfonica culminata con “Sunrise” e il concerto per violino e orchestra in Fa minore: “Mi era molto mancata questa dimensione – ha dichiarato il pianista – e la melodia che ha fatto iniziare tutto mi è venuta durante un tour, mentre mi trovavo in albergo con la febbre. Ho capito subito che si trattava di qualcosa di nuovo” ha aggiunto uno dei pochi compositori di musica classica contemporanea, come ama autodefinirsi. E in effetti, il suo ultimo lavoro permette anche una piccola riflessione su questo caso discografico più unico che raro; non è certo roba di tutti i giorni che un musicista parta da un’istruzione accademica per finire con l’ottenere un immenso successo di pubblico affidandosi unicamente al pianoforte, uno strumento che oggigiorno da solo non riesce più ad attrarre le masse, ma solo gli appassionati. Basti pensare al suo secondo album, “Joy” (2006), che solo in Italia vendette più di 150mila copie, un record incontrastato per un disco basato su brani suonati con un solo strumento. Molto spesso attaccato da alcuni colleghi più “illustri”, che lo accusano di essere vuoto e banale, Allevi è sempre stato molto determinato nel difendere la sua musica.
Il produttore Gian Piero Riverberi lo definì una volta “bravo, ma troppo elementare”, mentre il critico musicale Alberto Barbadoro considera la sua musica “banale, scontata e priva di ricerca”; ma Allevi ha sempre risposto con charme e lasciando parlare le sue partiture. In questo nono lavoro di una carriera quasi ventennale, Allevi ha voluto tradurre in musica alcune sue esperienze lasciando che le note arrivino da sole e che addirittura facciano tutto da sole: “Io credo nell’amore che secondo Papa Francesco potrà aiutare l’umanità ad uscire dalle gravi situazioni di conflitto e voglio diffondere questo messaggio – ha detto – la musica arriva sempre improvvisa nella mia mente e non mi lascia mai scelta ed ecco perchè i miei brani sono così diversi”. Il pianista è adesso in procinto di partire per un tour che inizierà il prossimo 27 febbraio al Cadogan di Londra e terminerà il 29 aprile al Politeama di Genova”.
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