E’ ufficiale: i fratelli Cherif e Said Kouachi, presunti autori della strage alla redazione del “Charlie Hebdo” a Parigi sono rimasti uccisi in un blitz della polizia ieri pomeriggio. I due si erano asserragliati in una tipografia di cartelli e insegne a Dammartin – en – Goele, una cittadina poco fuori la Capitale, ed avevano anche preso un dipendente in ostaggio. Poi, l’irruzione definitiva delle teste di cuoio ha portato all’uccisione dei due terroristi e al salvataggio dell’ostaggio. Contemporaneamente a questo blitz, un’altra irruzione in un locale ebraico a Parigi, dove si erano asserragliati altri due terroristi, un uomo e una donna, si è conclusa con l’omicidio dell’uomo e, purtroppo, di quattro ostaggi. A Dammartin, la televisione francese ha trasmesso le immagini in diretta: fumo, urla, raffiche ed esplosioni. Per fortuna, in questo caso non ci sono state vittime tra i civili. I fratelli Kouachi erano rimasti barricati per ore all’interno della tipografia; inutili sono state le trattative per evitare un altro spargimento di sangue dopo quello al “Charlie Hebdo” in cui sono morte dodici persone. Il presidente Francois Hollande si era recato a piedi dall’Eliseo al vicino ministero dell’Interno per seguire in prima persona le trattative, ma anche per dimostrare alla Nazione che lo Stato non aveva paura in quei momenti drammatici. Intanto, erano giunte alcune notizie dall’America e dallo Yemen: i due presunti killer del “Charlie Hebdo” risultavano da anni nella lista nera americana antiterrorismo, mentre uno dei due aveva combattuto tempo fa nelle file yemenite di Al Qaida. Ieri, inoltre, il presidente degli Stati Uniti Barack Obama si è recato all’ambasciata francese di Washington per presentare le sue condoglianze per la strage al settimanale satirico parigino. Nel suo messaggio di cordoglio, Obama ha anche scritto: “Vive la France!”.