E’ morto in Argentina, in circostanze misteriose, il procuratore speciale Alberto Nisman; l’uomo è stato ritrovato cadavere nel bagno di casa con accanto una pistola calibro 22. Alcune indiscrezioni parlavano di un probabile suicidio, ma al momento non è arrivata nessuna conferma. A far venire i dubbi sono le accuse che Nisman in passato aveva lanciato contro il presidente argentino Cristina Fernandez de Kirchner e il ministro degli Esteri Hector Timerman, sostenendo che avessero entrambi rapporti con l’Iran. Proprio ieri Nisman avrebbe dovuto deporre davanti al Congresso, nel corso di un’ udienza partita dalle sue denunce. Al quotidiano argentino “Clarin” aveva confidato: “Potrei ritrovarmi morto per questo”. Il procuratore, nominato dieci anni fa dalla Kirchner, aveva denunciato che il capo dello Stato avesse ordinato di non punire gli iraniani sospettati dell’attentato alla sede dell’Amia (Associazione mutualità Israelita argentina), avvenuto il 18 luglio 1994. In quell’occasione, una violenta esplosione aveva causato 85 morti e 200 feriti. Negli ultimi anni, era stata istituita una commissione d’inchiesta sulla vicenda, della quale faceva parte Nisman, e i sospetti erano caduti sin da subito sugli Hezbollah e sull’Iran. Il procuratore aveva anche presentato al Congresso alcuni documenti che comprovavano le sue accuse, secondo le quali la Kirchner avrebbe deciso di concedere l’impunità ai sospettati di Teheran in cambio di un incremento dei rapporti commerciali con l’Iran; in particolare, si pensava di importare il petrolio ed esportare il grano. Il gabinetto del capo dello Stato aveva aspramente criticato le accuse di Nisman, definendole “irrazionali” e “ridicole”. Atteso per oggi il referto del medico legale per ottenere i primi dettagli.
“E’ un giorno nefasto, una vera catastrofe – ha dichiarato in un’intervista Julio Schlosser, presidente della Delegazione delle associazioni israelite dell’Argentina – adesso speriamo solo che il procuratore possa trovare la pace che non ha potuto trovare tra noi”. Il presidente dell’Amia, Leonardo Jmlenitsky, ha definito insostituibile il lavoro di Nisman, dicendo anche “una persona che ha lavorato per 10 anni a questa causa per noi non può essere sostituito, sono anni di conoscenza che sono andati persi”.
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