Apple riunisce le forze per contrastare gli hacker studiando un sistema per impedire i cyber attacchi al processore che governa le funzioni vitali dei suoi dispositivi. Il colosso fondato da Steve Jobs ha infatti depositato, alla fine del 2013, un meccanismo presso l’ufficio brevetti americano in grado di impedire ai pirati informatici di accedere al cuore dei dispositivi e alla connessione della rete cellulare oltre che alla gestione dei dati cifrati. Il sistema blocca in particolare gli attacchi al nucleo del processore, impedendo di mandare in tilt le funzioni vitali degli iPhone. E questo è solo uno dei tanti tentativi di Apple per rafforzare la sicurezza. E’ stato anche migliorato iCloud con il sistema di doppia autenticazione, una cosa necessaria dopo il famoso furto di foto spinte a molte celebrità hollywoodiane, su cui ha anche indagato l’Fbi, e più importante alla luce del lancio di Apple Play, una app con cui la compagnia di Cupertino chiede la fiducia agli utenti per trasformare il cellulare in un portafoglio. Ma tenendo conto anche della protezione dei dati informatici dei clienti, la Apple ha annunciato che non sbloccherà più iPhone e iPad criptati su richiesta delle forze dell’ordine o dei servizi di intelligence, per rispetto della privacy. Nel frattempo si scopre che il famoso Blackphone, primo cellulare anti intrusione, alla fine non è poi così sicuro: ci sarebbe un bug nell’app della messaggistica che permetterebbe agli hacker di accedere ai contatti e reperire i messaggi privati degli utenti. A seguito di una segnalazione, sembra che gli ingegneri del Blackphone siano riusciti ad eliminare il bug, ma ormai permane il dubbio che nulla di tecnologico sia al sicuro in questi tempi.