Per lo sciopero generale di ieri, Cgil, Uil e Ugl sono scesi in piazza per manifestare e far sentire la loro voce contro il Jobs Act e le politiche del governo; un risultato lo hanno già ottenuto, visto che sono riusciti a far interrogare la politica italiana su questo fenomeno davvero nuovo, forte di una contrapposizione così aspra e dura tra una parte dei sindacati e l’esecutivo di Matteo Renzi. E nel Partito Democratico stanno riemergendo i fantasmi e i dubbi che già avevano minato il travagliatissimo via libera alla riforma sul mercato del lavoro. Da diverse parti del mondo politico sono partiti commenti contrastanti, divisi tra chi auspica uno smorzamento dei toni e chi invece vede in questo sciopero un motivo in più per capire le attuali condizioni dei settori lavorativi italiani. Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano cerca una via di mezzo verso toni più pacati: “Le esasperazioni non fanno per niente bene al Paese – ha dichiarato ieri a Torino – anche se lo sciopero generale di oggi è senza dubbio il sintomo di una notevole tensione tra le organizzazioni sindacali e il governo. Auspico comunque – ha proseguito il capo dello Stato – che si discutino con calma sia le decisioni già prese, come la riforma della legge del mercato del lavoro, sia quelle ancora in sospeso, come il rilancio della nostra economia e del nostro lavoro nel contesto dell’Ue, sempre in toni pacati. Poi, ovviamente, ognuno ha le sue prerogative, sia il governo che il Parlamento e, non ultimi, i sindacati, ed è bene che vi sia rispetto reciproco”. Di tutt’altro avviso sono alcune fasce interne del Pd, come quella, capitanata da Stefano Fassina, che ha scelto di scendere in piazza con i lavoratori, mentre anche l’ex premier Massimo D’Alema ha sentito il bisogno di dire la sua: “L’attuale situazione italiana è molto grave e mi auguro che il governo si fermi ad ascoltare le richieste dei lavoratori – ha detto D’Alema mentre si trovava a Bari per una visita al municipio – I lavoratori stanno manifestando per chiedere un maggiore impegno per il lavoro e lo sviluppo e questo mi pare comprensibile” ha aggiunto l’ex segretario Pds, anche se, successivamente, è stato contestato da un corteo di lavoratori baresi.
Vendola: “Errore contestare la piazza”, Salvini: “Sciopero condivisibile”, Renzi: “Bisogna avere il coraggio di cambiare”
In mattinata si è sentita anche l’ammonizione del leader di Sel, Nichi Vendola: “E’ un grande errore contestare la piazza che, al momento, è l’unico posto pulito di un Paese ormai sporco – ha dichiarato – l’esecutivo deve cambiare radicalmente pagina”. Le ragioni dello sciopero sono condivise anche dal segretario della Lega Nord, Matteo Salvini, che comunque prende le distanze dai “litigi interni al Pd tra Renzi e la Cgil”: “Questo contestare il fatto che le politiche del governo Renzi siano una buffonata accomuna la Cgil, la Merkel e la Lega, quindi noi lo condividiamo – ha detto Salvini – ma diverse sono le risposte”. A proposito delle dichiarazioni del presidente Napolitano, Salvini gli ha suggerito di tacere, visto che lui è tra i corresponsabili della “cessione di sovranità all’Europa”. Dalla Turchia, dove si trova in visita ufficiale, Matteo Renzi ha ribadito la necessità di andare avanti con le riforme per cambiare radicalmente l’Italia: “Le cose cambiano solo se le facciamo cambiare noi – ha dichiarato – e questo vale per tutti. Bisogna avere il coraggio di cambiare, il coraggio di vedere quali cose non vanno senza nasconderle sotto il tappeto. In Italia bisogna modificare la pubblica amministrazione, semplificare il fisco, approvare leggi più dure in materia di giustizia, ma anche semplificare i procedimenti”.