Nei giorni scorsi ha preso il via in California, a Oakland, il processo sull’iPod contro il colosso Apple. La casa di Cupertino è accusata di aver cancellato dai loro dispositivi musicali le canzoni provenienti da qualsiasi negozio che non fosse iTunes. La class action nei confronti della Mela morsa è stata depositata dieci anni fa quando era ancora in vita il co-fondatore, Steve Jobs. Proprio il guru Apple, scomparso il 5 ottobre 2011 a causa di un cancro al pancreas, a conoscenza che prima o poi potesse avere inizio tale processo, ha deciso di lasciare una sua testimonianza. Jobs alcuni giorni prima di morire ha registrato un video dove spiega le sue motivazioni per scagionare l’azienda, da ogni accusa mossa nei loro confronti. Secondo i querelanti la Apple avrebbe costretto gli acquirenti degli iPod a comprare canzoni o album provenienti solo ed esclusivamente dai suoi negozi iTunes. Ma il Ceo di casa Cupertino nel suo video ormai postumo, spiega il perché del legame esclusivo tra iPod e iTunes. “The Verge” ha pubblicato alcuni estratti della videoregistrazione di Jobs. Da quanto emerge dalla sua deposizione, i dirigenti del colosso informatico statunitense erano molto preoccupati di poter ricevere ritorsioni dalle case discografiche nel momento in cui i possessori degli iPod avessero copiato e trasferito su un altro computer i brani acquistate sull’iTunes Store. “Ci siamo dannati – dice il co-fondatore Apple – per assicurarci che le persone non potessero accedere illegalmente al nostro sistema di gestione dei diritti digitali, perché nel caso in cui lo avessero fatto, ci saremmo potuti ritrovare in guai molto seri con le varie etichette discografiche e quindi rischiare di essere minacciati di ritiro delle licenze”.
«Gli hacker cercavano di entrare nel nostro sistema»
Il Ceo del colosso di Cupertino rivela che molti pirati informatici cercavano di entrare nel loro sistema e per tale motivo la Apple si è ritrovata a dover aggiornare in modo costante il software di iTunes e iPod per chiudere tutte le falle e rispedire al mittente i tentativi di hackeraggio. “Se a causa di tali modifiche – conclude la sua deposizione postuma Steve Jobs – alcuni competitori fossero rimasti fuori dai giochi alla fine si sarebbe trattato di inevitabili danni collaterali”.