Giulio Selvaggi, Franco Barbieri, Enzo Boschi, Mauro Dolce, Claudio Eva e Michele Calvi, sei dei sette esperti della Commissione Grandi Rischi, sono stati tutti assolti dalla condanna di sei anni di reclusione e interdizione perpetua dai pubblici uffici, inflitta il 22 ottobre 2012 dal Tribunale dell’Aquila. In primo grado erano stati condannati per omicidio colposo plurimo e lesioni. L’unico a pagare è Bernardo De Berardinis della Protezione Civile, con due anni di reclusione a seguito della condanna rideterminata da 6 a 2 anni. Resta invece da capire cosa accadrà a Guido Bertolaso in termini di conseguenze legate alla sua accusa di omicidio colposo. In questo caso l’inchiesta è stata chiamata Grandi Rischi 2, e riguarda in particolare una telefonata intercettata tra Bertolaso, all’epoca dei fatti capo della Protezione Civile Nazionale, e l’assessore in carica alla Protezione Civile della Regione Abruzzo durante l’epoca dei fatti, Daniela Stati, poi dimessosi all’inizio dell’inchiesta per presunte tangenti alla ricostruzione. Bertolaso rimproverò la Stati in un comunicato stampa diffuso dalla regione, che rassicurava gli aquilani preoccupati dopo la scossa di magnitudo 4.1, nel quale si riportava che non erano previste altre scosse di terremoto. “Non si dicono mai queste cose quando si parla di terremoti, neanche sotto tortura – disse Bertolaso – perché se tra due ore c’è una scossa cosa dicono i tuoi? Farò venire a L’Aquila i massimi esperti di terremoto e loro diranno che è una situazione normale”. E aggiunge: “Ora parla con Berardinis, decidete dove fare questa riunione domani. Decidete voi, a me non frega niente, in modo che è più un operazione mediatica”.
Nel verbale della Riunione Commissione Grandi Rischi fu scritto che era “improbabile che ci sia a breve una scossa come quella del 1703” ed era stato aggiunto che “non c’è nessun motivo per cui si possa dire che una sequenza di scosse di bassa magnitudo possa essere considerata precursore di un forte evento”. Nel verbale della riunione della Commissione Grandi Rischi, riunita da Guido Bertolaso il 31 marzo 2009, si possono appurare le risposte date dagli esperti in relazione allo sciame sismico che da mesi imperversava sul capoluogo abruzzese. Il Prof Barbieri disse che “era difficile fare previsioni temporali”. Il prof. Eva dell’Università di Genova aggiunse “che la casistica è molto limitata, anche perché terremoti così non venivano nemmeno registrati nel passato”. Il prof. Boschi, capo dell’Ingv affermò: “molti piccoli terremoti non costituisce evento precursore”. Alle 3.32 del 6 aprile 2009 arrivò poi la scossa mortale. Morirono 309 persone, di cui 287 italiani, con 1.178 feriti. Un’intera città che ancora oggi fa fatica a riprendersi.
La mobilitazione dei residenti
Un solo grido al pronunciamento finale in aula: “Vergogna, vergogna”. Per i cittadini aquilani, scampati al terremoto, o che hanno visto morire la propria gente e i propri cari, questa sentenza è vissuta come un’ennesima sconfitta. Si sono dati appuntamento su Facebook, per organizzare la loro presenza all’uscita della sede della Corte di Appello.