Da un sondaggio effettuato da Confesercenti in collaborazione con Swg, si evince che sono meno di due (18%) i dipendenti che vogliono avvalersi del diritto di ricevere il Tfr direttamente in busta paga, offerto dalla legge di Stabilità messa in atto dal governo Renzi e in vigore da gennaio 2015. Il restante 67 per cento sarebbe più propenso a lasciarlo in azienda. Entriamo nel dettaglio del sondaggio: tra i 35 e i 44 anni sono il 21% i lavoratori a voler chiedere il Tfr mentre fra 18 e i 24 il 19%, tra 45-54 il 70% e infine tra i 55-64 anni il 72%. “Si tratta – fanno sapere dalla Confesercenti – di un segnale che dimostra, anche nella recessione, il rapporto di fiducia che intercorre tra i lavoratori dipendenti e le loro imprese. Un altro 15% di dipendenti, invece, ancora non ha deciso”. “Il 64% degli imprenditori teme che, se tutti o la maggior parte dei dipendenti scegliessero di avere il Tfr su base mensile, l’impresa avrebbe difficoltà con la liquidità disponibile, a fronte di un 36% che, invece, non avrebbe problemi. Gli ostacoli sembrano nascere dagli impedimenti che le imprese incontrano nell’ottenere prestiti e finanziamenti dal canale bancario, segnalati dal 66% degli imprenditori”.
Come utilizzare la liquidità in più?
“Tra i lavoratori che hanno intenzione di richiedere il Tfr in busta paga – rivela ancora il sondaggio – la maggior parte è ancora incerta su come utilizzare la liquidità in più (44%), mentre il 17% la investirà soprattutto in forme di risparmio alternative. Il 16% punta a pensioni integrative e il 13% dice che userà la somma per saldare pagamenti e debiti pregressi. La percentuale sale al 36% tra i giovani compresi tra i 18 e i 24 anni. Solo il 10% investirà il Tfr in acquisti”.