Un grave lutto ha colpito il cinema americano e internazionale: è morto a Los Angeles, all’età di 83 anni, il regista Mike Nichols, premio Oscar nel 1968 con “Il laureato”, il trampolino di lancio di Dustin Hoffman. Nichols, tedesco di origine ma naturalizzato americano, è stato colpito da un arresto cardiaco fulminante la sera dello scorso mercoledì, secondo la Abc. Regista prolifico dalla lunga carriera, iniziata nel 1966 con “Chi ha paura di Virginia Woolf?” e conclusa nel 2007 con “La guerra di Charlie Wilson”, Nichols poteva vantarsi di essere tra i 12 artisti a fregiarsi dell’Egot, un percorso dei passaggi graduali di chi ha vinto i maggiori premi in ambito cinematografico e televisivo, come l’Emmy, il Grammy, l’Oscar e il Tony Award. Il suo esordio era avvenuto all’età di 35 anni con il film su Virginia Woolf, con una brava Liz Taylor coraggiosamente invecchiata per interpretare la scrittrice inglese. La consacrazione arrivò ovviamente nel 1967 con “Il laureato”, un capolavoro che ormai è nel nostro immaginario collettivo, con scene indimenticabili come la prima seduzione della signora Robinson ai danni di Ben o il celeberrimo finale della fuga dalla chiesa. Un film che aveva saputo cogliere in anticipo gli umori giovanili sfociati l’anno dopo nel Sessantotto e, nel contempo, un saggio di cinema accompagnato dalle splendide canzoni di Simon & Garfunkel. E uno dei primi esempi di rappresentazione delle cosiddette “milf” (donne mature che si accompagnano a ragazzi più giovani) sul grande schermo.
Una carriera di grandi successi e progetti incompiuti
Naturalmente, non ci sono stati solo questi due film nella carriera di Nichols, perchè il regista sapeva misurarsi con ogni genere e registro. Girò “Comma 22” con la collaborazione di Orson Welles, diresse un ottimo Jack Nicholson in “Conoscenza carnale” e fu autore del cult “Una donna in carriera” con Sigourney Weaver, Melanie Griffith e Harrison Ford, quello della celebre battutona “Ho un cervello per gli affari e un corpo per il peccato” che molti maschi sognano di udire almeno una volta nella vita. Nel 1994 si era cimentato anche con l’horror dirigendo “Wolf – la belva è fuori” con Jack Nicholson, Michelle Pfeiffer e James Spader, che rileggeva la licantropia in chiave imprenditoriale e si avvaleva della fotografia di Giuseppe Rotunno e della colonna sonora di Ennio Morricone. Più recentemente, aveva riagguantato il successo con l’interessante “Closer” con Clive Owen, Julia Roberts, Jude Law e Natalie Portman. Negli ultimi tempi, si era concentrato su un progetto per la rete televisiva americana Hbo riguardante un adattamento tv di “Master Class”, il dramma sulla grande soprano Maria Callas scritto da Terrence McNally, che doveva avere come protagonista Meryl Streep. Nichols era sposato dal 1988 con la quarta moglie, la conduttrice della Abc News Diane Sawyer.
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