Migliaia di persone hanno aderito questa mattina allo sciopero generale della Fiom e partecipato alla manifestazione in Piazza Duomo a Milano. La settimana prossima si terranno manifestazioni analoghe prima a Napoli, poi a Palermo e infine a Cagliari, in attesa dello sciopero generale del 5 dicembre da parte della CGIL. A parlare sul palco milanese anche il Segretario generale della Fiom, Maurizio Landini e il Segretario generale della Cgil, Susanna Camusso. Sarà una giornata difficile anche per viaggiatori e pendolari a causa dello sciopero dei trasporti. “Chi sta rifiutando il dialogo – riferisce a Sky Landini – è Renzi. Io scrissi una lettera aperta al nuovo premier che voleva cambiare il paese, che noi eravamo pronti a cambiarlo più di lui e quindi di farlo insieme ai lavoratori, insieme a noi. Lui invece ha scelto un’altra strada che sta portando allo scontro, c’è bisogno di unirlo il paese non di dividerlo, non di esasperare gli scontri tra chi ha pochi diritti o sta cercando il lavoro, e noi abbiamo delle proposte concrete, non siamo qui solo a dire no al Governo”. “Qui a Milano insieme ai metalmeccanici sono scesi in piazza in tutta Italia – tuona dal palco lo stesso Landini nel corteo a Milano contro il Jobs act – i precari, i disoccupati, gli studenti, è un fatto nuovo, una novità, perché noi non lo diciamo a parole ma nei fatti e non ci fermeremo qui e andremo avanti insieme perché abbiamo bisogno insieme di combattere le ingiustizie. Qualche giornalista mi chiedeva se noi siamo una forza di opposizione ma noi non vogliamo semplicemente opporci a qualcosa, noi vogliamo cambiarlo questo paese! E noi non siamo in questa piazza contro qualcuno, noi siamo in questa piazza con delle proposte per cambiare l’Italia. E proprio perché la situazione è grave e difficile noi non ci fermeremo e andremo avanti fino a quando non cambieranno le loro posizioni”.
«Si sta mettendo a rischio la tenuta sociale democratica del nostro paese»
“Io trovo singolare – continua dal palco Landini – che un Governo dice di voler cambiare tutto però poi non discute, né coi sindacati, né con il Parlamento, quello che vuole cambiare. Semplicemente vogliono una delega in bianco per poter fare quello che vogliono. Io non lo so se si stanno rendendo conto di cosa significa questo, perché facendo questa cosa non solo si mette a rischio la tenuta sociale democratica del nostro paese. Un parlamento che non fa fino in fondo il suo mestiere non serve a nulla”.
Sull’accordo con minoranza Pd sul Jobs act
“Da quello che ho capito – spiega il Segretario generale della Fiom – non mi sembra che quell’accordo vada nell’interesse dei lavoratori, mi sembra più un accordo che forse serve a qualche parlamentare per continuare a fare il parlamentare, ma non a cambiare la situazione delle lavoratrici e dei lavoratori. Lo statuto dei lavoratori va esteso a tutte le lavoratrici e a tutti i lavoratori d’Italia, questa è una proposta precisa! Unificare il paese vuol dire estendere i diritti”.
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