Che De Niro ami interpretare personaggi nevrotici e/o psicopatici sul grande schermo non è una novità, mentre è invece una scoperta il lato “oscuro” del suo carattere, messo a nudo in una biografia non ufficiale scritta dal regista Shawn Levy dal titolo “De Niro: a Life”. Il libro racconta della sua dipendenza dal sesso (di cui già si sapeva qualcosa), le notti di sballo a base di cocaina, le sue relazioni spesso turbolente nonchè la sua predilezione per le donne di colore, già sotto i riflettori da tempo. Da un lato abbiamo uno dei più grandi attori hollywoodiani degli ultimi quarant’anni, perfezionista e così geniale da essere credibile in qualsiasi ruolo, e dall’altro vediamo l’uomo De Niro, notoriamente riservato e inedito; a ogni modo, nel suo libro Levy si concentra soprattutto nel periodo di vita tra la fine degli anni Settanta e tutti gli anni Ottanta. Quello fu il tempo della consacrazione per l’attore italoamericano, reduce da grandi successi come “Il padrino – parte II”, “Taxi Driver”, “New York New York”, “Il cacciatore”, “Novecento” e vincitore del premio Oscar come miglior attore protagonista per “Toro scatenato” di Martin Scorsese; ma a fronte di una carriera sfavillante, la vita privata comincia ad avere cedimenti proprio in quel momento. Nel 1979, De Niro divorzia dalla prima moglie Diahnne Abbott (apparsa, insieme a lui, in “Taxi Driver” e “Re per una notte”). Stando a quanto racconta Levy, l’attore va incontro a una forte depressione per il naufragio del matrimonio ed inizia una vita di eccessi tra donne e droga, facendo la spola tra New York e Los Angeles; diventa cocainomane ed è anche tra gli ultimi amici a vedere vivo John Belushi quella sera del febbraio 1982, quando il comico statunitense fu trovato morto per overdose in un hotel losangelino.
Per quanto riguarda le donne, De Niro non ha certo problemi a trovarne, ma anche qui i momenti di felicità si alternano a parabole discendenti: tra le relazioni, vere o presunte, si annoverano Bette Middler, la cantante (di colore) Helena Springs e poi, negli anni Novanta, Uma Thurman, Whitney Houston e, soprattutto, Naomi Campbell, con la quale ebbe un rapporto stabile, ma tormentato. Ma ci fu anche chi gli rifilò un due di picche: l’attrice Cybill Shepherd, sua partner in “Taxi Driver”, e, secondo il regista Peter Bogdanovich, Bob la prese così male che trasformò in un inferno i giorni in cui lei doveva lavorare sul set, nonostante gli immani sforzi di Scorsese per tenerlo buono. Per il resto, la sua ossessione per le donne nere, scrive Levy, lo portò persino ad essere prepotente con loro, come fece con la Springs, invitata inutilmente ad abortire durante una gravidanza che, si scoprì in seguito, era estranea al loro menage. A vederlo adesso, padre e nonno amorevole, De Niro pare distante anni luce da quello che era, tanto che ora si trova a fare i conti con se stesso e con gli errori del passato, compreso il rapporto con il padre, raccontato in un documentario.