E’ un’auto che ha fatto la Storia e la fotografia che la immortala compare su tutti i manuali scolastici: stiamo parlando della Renault 4 amaranto di via Caetani, nel cui bagagliaio fu ritrovato, all’alba del 9 maggio 1978, il cadavere dell’onorevole Aldo Moro, 55 giorni dopo la strage della sua scorta in via Fani. La macchina si trova in un garage giudiziario della Polizia di Stato, perfettamente ben conservata, dopo che il suo legittimo proprietario Filippo Bartoli aveva deciso, qualche anno fa, di cederla agli agenti. Da allora è in custodia nel garage, non sequestrata, ma in attesa di venire definitivamente esposta al museo storico delle auto della Polizia di Stato a Roma. Ormai è questione di poco tempo, perchè il restauro dell’autovettura si è appena concluso, quindi tra pochissimo potrà essere visitabile al museo. A chi l’ha vista appena uscita dal garage, l’auto ha fatto molta impressione: il restauro è stato eseguito lasciando i segni indelebili di quella tragica mattina di via Caetani (una traversa di via delle Botteghe Oscure) che scosse dalle fondamenta l’Italia della Prima Repubblica, come il foro di uno dei proiettili che uccisero il presidente dell’allora Dc impresso sul pianale di lamiera in fondo a sinistra, oppure le macchie scure che compaiono su un lembo della tappezzeria sempre all’interno del bagagliaio. Per non parlare degli squarci, compiuti con la fiamma ossidrica dagli artificieri, per aprire il portabagagli e rinvenire il cadavere di Moro. Sembra che la Renault 4 sia solo la prima macchina a rientrare in un progetto volto a recuperare anche altri veicoli coinvolti in attentati celebri dei famigerati anni di piombo.
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