Ndrangheta in Lombardia, un posto diverso ma sempre la stessa formula: “noi non possiamo mai cambiare” dice un boss intercettato nell’ambito della cosiddetta operazione “Insurbia”, condotta dai Ros di Milano per conto della Direzione Distrettuale Antimafia, che ha interessato le province di Como e Lecco, in un vasto blitz che ha portato all’arresto di 38 persone, tutte a vario titolo accusate di associazione mafiosa, estorsione e traffici illeciti. Come detto prima, possono cambiare i luoghi, ma la ndrangheta resta salda alle sue antichissime regole d’onore e ai suoi riti: è dedita a svariati traffici tra la Lombardia e la Svizzera, ha una capacità di proselitismo perlomeno sospetta in terra lombarda (con innumerevoli insospettabili al suo servizio) e sa intimidire e terrorizzare come e, forse, meglio che in Calabria. Senza disdegnare di arruolare persino i minori, come il diciassettenne, fermato nel corso dell’operazione, che voleva tramandare la vocazione mafiosa ancora per molte generazioni. Almeno una quarantina di soggetti sono stati arrestati nelle province di Milano, Como, Lecco, Monza – Brianza, Verona, Bergamo e Caltanissetta con un’ordinanza di custodia cautelare in carcere firmata dal gip Simone Lueti e capi di imputazione che vanno dall’associazione di tipo mafioso all’estorsione fino alla detenzione abusiva di armi. Al centro delle indagini, due famiglie di importanza storica nella ndrangheta calabrese, con sodalizi profondamente radicati nel comasco e nel lecchese ed infiltrazioni nel mondo politico ed imprenditoriale della zona, senza però mai sciogliere i legami con le cosche d’origine in Calabria. Tra i “locali” più colpiti, quelli di Calolziocorte, Cermenate e Fino Mornasco, in più sono state scoperte ramificazioni in tutti i comuni circostanti. Insomma, ce n’è abbastanza per sostenere come esista una sovrastruttura a parte nella criminalità calabrese, chiamata dagli inquirenti “Lombardia”.
Il video dell’affiliazione e la conferma di un “antistato” in Lombardia
L’operazione è il risultato di mesi di indagini ed anche di riprese filmate, e proprio in quest’ultima fase sono state fissate nei filmati le fasi di affiliazione e arruolamento della ndrangheta, finora conosciute solo attraverso le testimonianze dei pentiti e i ritrovamenti dei codici mafiosi; quindi le indagini ricoprono un momento storico nella storia del contrasto alle attività mafiose. Durante alcune mangiate nella campagna lombarda, avvengono le affiliazioni dei neofiti che leggono, oppure ripetono a memoria, il complesso rituale, fatto di giuramenti e rinunce, che lega indissolubilmente l’affiliato alla sua ndrina. In questo caso, sono state riprese le fasi della costituzione della “Santa”, una sovrastruttura speciale in seno alla ndrangheta composta da capi cosche accuratamente selezionati che, una volta confermati, devono avvicinare gli insospettabili che possano fare da tramite o aiutare le cosche nei loro loschi affari (infatti, un mafioso vero e proprio non può coinvolgere chi non lo è nei suoi traffici senza prima un’autorizzazione della ndrina di appartenenza). Durante il giuramento, si fanno i nomi di Garibaldi, Mazzini o La Marmora, secondo gli inquirenti utilizzati perchè erano notoriamente massoni e questo la dice lunga sulle comuni origini di mafia e massoneria. Insomma, l’antistato c’è in Lombardia, scaltro negli affari e spietato nella sua intatta arcaicità.