Nessuno ha mai dimenticato la mitica coppia Mogol/Battisti che tantissimo ha dato alla canzone italiana, con Mogol ai testi e Battisti alle musiche e al canto. E adesso l’unico che è ancora tra noi, Mogol (Lucio Battisti è morto nel 1998), ha deciso di rinverdire i fasti passati e rinfrescarsi la memoria a 78 anni cimentandosi in un’impresa che si sta rivelando difficile e quasi storica: rifare con sonorità attuali 12 tra le canzoni che lui scrisse per Lucio, come “Mi ritorni in mente”, “Emozioni” e “29 settembre”. L’album si intitola “Battisti/Mogol in versione new era” ed è uscito oggi e anche i giovanissimi potranno ascoltare le canzoni di Battisti per molto tempo ancora. La raccolta è stata incisa da Mogol insieme ai suoi allievi della scuola di musica del Cet, l’elegante struttura nel cuore dell’Umbria dove il più celebre paroliere italiano si è ritirato a vivere da molto tempo. Il problema si era presentato in fase di registrazione e ora rischia di arrivare in tribunale: la vedova di Lucio Battisti, Grazia Letizia Veronese, pare non sia d’accordo a continuare a tramandare l’immagine e le canzoni del marito, nè con la sua voce nè con le voci di altri. Mogol è già corso ai ripari ricorrendo a un giudice e adesso la questione potrebbe arrivare in tribunale con tanto di sentenza. La domanda è: è giusto che un’immenso patrimonio musicale venga ostracizzato perchè una delle due parti è contraria? E’ giusto che l’autore dei testi, ancora vivente, ci rimetta? In fondo, avendo fatto cantare ad altri i suoi brani più celebri, Mogol non avrebbe fatto che un favore alla vedova: sono anni che la signora Battisti vieta con tenacia ogni utilizzo o distribuzione, o anche un festival in memoria, che possa far circolare le canzoni di Lucio, per tutelare il suo patrimonio da ogni tipo di sfruttamento, d’accordo, ma in certi casi ha anche esagerato quando ha proibito, in tutto lo Stivale, concerti in memoria di Battisti, chiedendo espressamente che su suo marito debba calare il silenzio più assoluto, in pratica deve essere dimenticato.
Nuovi cantanti e musicisti hanno riletto le più celebri canzoni battistiane con sonorità pop e rock
Nell’album appena uscito, molti brani sono cantati da Kocis Campani, i cori sono di Debora Johnson insieme con il figlio di Rocky Roberts, Randy; tra i musicisti ci sono Roby Pellati, batterista della scuderia di Ligabue e il pianista Barbera. Le sonorità sono internazionali per far stare più a loro agio i nuovi adepti, con musiche che ricordano i Coldplay e il rock più duro. L’effetto è sicuramente straniante per chi conosce le basi classiche dei brani di Mogol/Battisti, ma il tutto funziona davvero. Mogol, aspettando la decisione del giudice, sostiene che Battisti sarebbe stato contento dell’operazione, forse avrebbe mugugnato un po’, era il suo carattere, ma avrebbe sicuramente apprezzato la sperimentazione visto che gli piaceva provare nuove musiche e nuovi stili.