Da un’indagine della Cgil il quadro della situazione italiana sul lavoro in cassa integrazione. Da inizio anno fino a settembre scorso sono almeno un milione i lavoratori che sono finiti sospesi o in ore di lavoro ridotte. L’indagine rivela che sarebbero oltre 500mila quelli a zero ore. Questo quadro della situazione conferma – denuncia la Cgil – che i segnali negativi sulla situazione economica e produttiva del Paese. Troppo timida l’inversione di tendenza rispetto alla persistenza del processo di deindustrializzazione in atto. Secondo Serena Sorrentino (Cgil) “di fronte a dati che caratterizzano un ciclo economico ancora pesantemente segnato dalla crisi e da una situazione sociale di sofferenza il governo dovrebbe rivedere i provvedimenti in materia di lavoro, a partire dal decreto sulla deroga, dal jobs act e dai finanziamenti per le politiche attive”. “L’elevato numero di cassintegrati – il avverte il segretario confederale della Cgil – è segnale che la crisi è ancora diffusa e che il reddito dei lavoratori si impoverisce ulteriormente per effetto della riduzione delle ore di lavoro e per tale motivo non ci fermeremo, perché a queste persone e a chi sta fuori dal mercato del lavoro occorre dare un’unica risposta, ovvero un piano del lavoro”. La ricerca Cgil mette in evidenza come gli interventi “che prevedono percorsi di reinvestimento e rinnovamento strutturale dell’impresa continuano ad essere irrilevanti e in diminuzione, sono solo il 5,77% del totale dei decreti. Resta questo uno dei segnali più evidenti del persistere di un processo di deindustrializzazione in atto nel nostro Paese, che continua ad essere sottovalutato”.