Incidenti stradali in netto calo nel nostro Paese, con una conseguente riduzione del numero delle vittime, ma Roma conserva il triste primato di città in cui sono avvenuti più sinistri e tamponamenti durante tutto il 2013: oltre 12.974. Napoli, invece, è la città dove è stato registrato il maggior numero di vittime della strada, con circa 1,69 morti ogni 100 incidenti, seguita poi da Catania, Trieste e Torino. Come detto prima, nonostante questi primati, in Italia gli incidenti stradali sono diminuiti molto e nel 2013 in alcuni casi sono state risparmiate oltre 368 vite umane, circa il 10 % in meno rispetto al 2012, con ottimi risultati soprattutto per quanto riguarda quelle categorie da sempre considerate vulnerabili nella viabilità: i ciclisti (- 14,0 %) e i motociclisti (- 14,5 %). Purtroppo, i dati non sono completamente ottimisti; in media, ogni giorno 9 persone perdono la vita in incidenti stradali, mentre 705 restano ferite. Sono questi i dati resi noti dal Rapporto Aci – Istat, il quale informa che nel 2013 ci sono stati in Italia 181.227 sinistri con lesioni a persone, che hanno causato 3.385 morti e 257.421 feriti, numeri tutti inferiori rispetto al 2012, ma comunque rilevanti. I mesi più a rischio dell’anno scorso si sono rivelati quelli estivi, con luglio che ha registrato la maggior percentuale di incidenti, e agosto, che ha invece il primato dei sinistri mortali. Per quanto riguarda i giorni “caldi” per le auto, domenica è il giorno più pericoloso per il rischio di incidenti, soprattutto di notte e fuori città. I comuni a più basso livello di mortalità sono Milano, Genova e Bologna. Insomma, meno vittime sulla strada negli ultimi quattro anni, ma la strada da fare è ancora lunga visto che l’Italia, in percentuale di incidenti (56,2 %), supera la media europea (51,4): “La sicurezza stradale migliora grazie ad una maggiore consapevolezza dei conducenti – ha dichiarato Angelo Sticchi Damiani, presidente di Automobile Club d’Italia – la formazione e la sensibilizzazione funzionano, quindi andrebbero intensificati gli sforzi per l’educazione di tutti gli utenti della strada”. “Gli incidenti stradali sono la prima causa di invalidità permanente tra i giovani e questo rappresenta un costo enorme per lo Stato – ha detto il presidente dell’Istat Giorgio Alleva – bisogna intensificare l’azione preventiva sul sistema della mobilità e disporre sempre di dati affidabili, in modo che le politiche per la sicurezza stradale si basino su evidenze scientifiche”.
Diminuiti gli incidenti nelle città
All’interno dei centri urbani, la sicurezza stradale sembra essere più che migliorata: nel 2013 c’è stato un calo degli incidenti del 4,4 %, una riduzione delle morti dell’11,3 % ed una diminuzione dei feriti del 4,2 %. Anche se tuttora una buona fetta dei sinistri e morti per incidenti avviene nelle città. Tra i conducenti, le fasce più a rischio sono i giovani, in particolare tra i 20 e i 24 anni, e gli adulti tra i 40 e i 44 anni; tra le cause più frequenti degli incidenti, fuori città la distrazione è quella più rilevante, seguita dalla velocità elevata e dal mancato rispetto delle distanze di sicurezza. In città, invece, è l’inosservanza a semafori e norme di precedenza la principale causa di incidenti, seguita da distrazione e velocità elevata.
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