E’ una proposta che da qualche giorno sta scatenando polemiche quella ideata dal sindaco di Borgaro (To), Claudio Gambino: istituire due linee di autobus, una per i rom e un’altra per i cittadini, con il bus che non deve fermarsi davanti al campo nomadi. Risalta agli occhi soprattutto la bandiera per la quale milita Gambino, quella del Partito Democratico, non certo quella di qualche leghista sfegatato. Gambino ha deciso di agire così a seguito delle lamentele esasperate che gli sono giunte da alcuni cittadini con i quali si è incontrato ieri nel suo ufficio, dopo un’aggressione riferita da due ragazzine da parte di due ragazze rom. Il sindaco ha quindi scritto una lettera indirizzata alla prefettura torinese, alla Gtt, società che gestisce i mezzi pubblici e al sindaco di Torino per chiedere che l’annosa questione dei nomadi venga affrontata con urgenza. Infatti, l’emergenza rom in quella zona si trascina da almeno vent’anni. Il bus 69, che collega Torino con Borgaro, ha una fermata proprio davanti a uno dei campi nomadi di Torino, all’estrema periferia, e ogni volta salgono a bordo gruppetti di rom. Sono soprattutto giovani e, stando alle lamentele e alle denunce di questi anni, si lasciano andare ad aggressioni, minacce, molestie e furti, soprattutto ai danni di ragazzini all’uscita da scuola e di anziani. La tensione è poi arrivata alle stelle ieri pomeriggio, quando due sorelle di tredici e sedici anni sono tornate a casa ed hanno raccontato al padre che due giovani ragazze nomadi le avevano aggredite sul 69 per rubare loro il cellulare e lo zaino. Il padre, unitamente ad altre persone, si è recato dal sindaco Gambino per esporre le lamentele ed il primo cittadino ha deciso di rilanciare una proposta già presa in considerazione tempo fa: creare due linee di autobus, e una non farà alcuna fermata davanti al famigerato campo rom.
“Non è questione di razzismo e non voglio alcuna apartheid – ha spiegato Gambino – ma sono stanco, come i miei concittadini, dei continui soprusi sul 69. Sono impegnato nelle istituzioni tutti i giorni per favorire anche l’inclusione sociale, ma l’integrazione passa soprattutto attraverso il rispetto delle regole. Non ho paura di dirlo, è solo una questione di ordine pubblico”.
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