Le opere di Amedeo Modigliani, vere e false, in mostra a Pisa
Nemo profeta in patria. Due mostre dedicate alle opere (vere e false) del grande Amedeo Modigliani, uno dei più geniali e controversi artisti del Novecento, si terranno sì nella sua regione natale, la Toscana, ma non nella città che lo vide nascere, Livorno; le esposizioni sono state allestite venti chilometri più a nord, a Pisa. La prima mostra è aperta da ieri sui lungarni della città, a Palazzo Blu, si intitola “Amedeo Modigliani et ses amis” e resterà aperta fino al prossimo 15 febbraio. Le oltre cento opere esposte, tra tele, disegni e sculture, accompagneranno i visitatori nel percorso artistico di Modigliani, Dedo per gli amici livornesi, dai suoi primi passi nell’arte ispirato dai Macchiaioli tra i canali della città, fino ad evadere, nel 1906, dal piccolo mondo provinciale di Livorno e partire alla volta di Parigi, città dove affinerà le sue doti artistiche, ma vi troverà anche l’autodistruzione. Come si è già detto, però, sarà Pisa a celebrare il grande Modì. Le opere della mostra provengono in gran parte dal Centre Pompidou di Parigi e da varie collezioni private, italiane ed estere.
Un’altra mostra pisana celebra i “falsi” e le certezze crollate dei critici d’arte
Quella di Pisa è una mostra un po’ particolare, che non cerca solo di evocare le atmosfere artistiche tra Italia e Francia in cui si formarono Modigliani e i suoi colleghi, ma prova a riflettere anche sugli inganni che l’arte non propriamente ufficiale può talvolta fare alle persone. Infatti, si collega ad un’altra esposizione, sempre nella città pisana, che ha sede nel museo nazionale di San Matteo ed ha come argomento i falsi di Modigliani. Ovviamente, le opere esposte sono le tre famose teste ritrovate il 24 luglio 1984 nei Fossi Medicei di Livorno e che folgorarono i più importanti critici d’arte dell’epoca, che gridarono alla scoperta fenomenale prima che si scoprisse che erano state scolpite da alcuni bravissimi studenti d’arte, avvalendosi di un semplice trapano elettrico. Uno scandalo che investì come un tornado il mondo della critica artistica, troppe volte glorificata e intoccabile, facendone scricchiolare le fondamenta e dimostrando al mondo che i critici non sono infallibili. Ma, tornando alla mostra di Palazzo Blu, non vi sono esposti solo i lavori di Modigliani, ma anche quelli dello scultore, e amico fraterno, Costantin Brancusi, che molta influenza ebbe sull’Amedeo scultore. Tra i quadri di Modì presenti alla mostra ci sono “Ritratto di Soutine”, “Nudo frontale”, “La mendicante”, “Donna seduta” e “Il violoncellista”, tra gli altri. Degno di nota è il “Carnet di disegni”, che contiene 32 disegni tra gli innumerevoli, e purtroppo perduti, schizzi di Amedeo, che li tracciava più che altro quando non aveva denaro per pagarsi da bere (la sua maledizione). Alla mostra, comunque, sarà possibile vedere anche opere di altri grandi artisti operanti nella Montmatre di inizio Novecento: Soutine, Picasso, Utrillo, Ghiglia, Chagall e molti altri.
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