Referendum indipendenza, dopo la Scozia ora ci prova il Veneto
Nonostante i fragorosi no che hanno fatto naufragare la prospettiva di una Scozia indipendente, il movimento indipendentista veneto, che da quel referendum si aspettava grandi cose, ha deciso di non arrendersi, ma di andare comunque avanti: “E adesso tocca a noi”. Insomma, la restaurazione del Regno Unito non ha per nulla spento i bollenti spiriti autonomisti del Veneto, che ormai non si riducono più ai soli simpatizzanti o militanti della Lega Nord. Ultimamente, il consiglio regionale ha infatti approvato due diversi referendum: uno, più realistico ma non meno ambizioso, per lo statuto speciale, mentre l’altro riguarda l‘indipendenza, che quasi sicuramente rimarrà solo un sogno. Non si tratta certo della solita consultazione online; ci sono atti ufficiali approvati dalla maggioranza e il via libera è arrivato con i voti dei consiglieri di centrodestra. L’intero centrodestra, beninteso, che ha comunque smorzato i toni forti adducendo la votazione con il pretesto di lasciare i cittadini liberi di votare in merito ad un’ipotetica indipendenza del Veneto, anche se dovesse vincere il no: “I cittadini devono poter votare e ci batteremo fino all’ultimo perchè il popolo veneto possa esprimersi” hanno dichiarato. C’è però un problemino: la Corte Costituzionale. Il Consiglio dei Ministri ha già impugnato entrambi i referendum che la Consulta, ovviamente, dichiarerà incostituzionali. Ma da Venezia fanno sapere di voler fare sul serio, anche di fronte al probabile diniego della Corte: “Sarebbe anche un modo per esprimere la nostra insofferenza – ha dichiarato il sindaco di Verona Flavio Tosi – è vero che in Scozia ha vinto il fronte del no, ma ora la Gran Bretagna sarà costretta a concedere più autonomia“.
Il più ottimista resta Luca Zaia: “Andiamo avanti, ora tocca a noi”. Domenica, a Cittadella (Padova) ci sarà una grande manifestazione per promuovere l’indipendenza: “Da oggi – promette Salvini, di ritorno da Edimburgo – nulla sarà più come prima”.