Il saluto romano è reato, lo dice la Cassazione
Per quanto la nostra attualità sia contornata da esponenti politici che hanno il vezzo del braccio alzato, il saluto romano è considerato ancora un reato. A stabilirlo la prima sezione penale della Cassazione che ha condannato due esponenti di Casapound che durante un raduno a Bolzano in memoria delle vittime delle foibe avevano sbandierato il loro braccio teso. Nonostante i due abbiano fatto di tutto per rivendicare l’assoluta “innocenza” del gesto, entrambi sono stati condannati in via definitiva a 2 mesi di reclusione e 300 euro di multa per uno dei due giovani già noto alle forze dell’ordine e 140 euro di multa per l’altro. La Corte Suprema ha spiegato così la condanna dei due giovani neofascisti: “Ci sono ancora rischi di rigurgiti antidemocratici che rendono necessario mantenere in vigore la legge Scelba, la quale vieta la ricostituzione del partito fascista e i gesti del Ventennio“. Dunque risulta ancora importante rivendicare il valore democratico e continuare a tutelare i principi della Costituzione antifascista, secondo i giudici, per evitare episodi di intolleranza e totalitarismo. La legge dunque si è pronunciata in proposito, peccato però che molti esponenti politici dell’attuale Destra si siano già da tempo immemore esibiti col fantomatico braccio teso imitando il saluto romano. Da Silvio Berlusconi all’ex presidente della Regione Lazio Renata Polverini, da Alessandra Mussolini a Gianfranco Fini passando per l’ex sindaco di Roma Gianni Alemanno, tutti sono stati immortalati con il braccio proteso imitando il saluto romano. Chissà cosa ne penseranno i giudici della Cassazione…