Crisi economica 2014, chiude un negozio su due
Dopo l’estate è lecito tornare alla normale attività lavorativa, peccato però che per alcuni negozianti la crisi economica ha comportato la definitiva chiusura della propria attività. Molti esercenti infatti hanno approfittato delle ferie estive per chiudere definitivamente il proprio negozio dopo il periodo deludente dei saldi e la pressione fiscale sempre più insostenibile. Una crisi inarrestabile quella che ha colpito le attività commerciali del territorio italiano, come testimoniato anche dalla Confesercenti che asserisce, attraverso il proprio report che per ogni nuova impresa che nasce due sono destinate a chiudere. Dati davvero sconfortanti quelli evidenziati dalla Confesercenti che mette in evidenza il fatto che, secondo i dati, un’impresa su quattro non riesce a superare i 3 anni di vita. E se a chiudere i battenti sono anche storiche attività ventennali, ciò la dice lunga sulla reale ccondizione economica italiana in cui sembra non esserci nessuna crescita ma soltanto una cupa arrendevolezza delle attività commerciali. A giugno 2014 più del 40% delle attività aperte nel 2010 (cicra 27mila imprese) sono state costrette a chiudere rinunciando ad investimenti per 2,7 miliardi di euro. Secondo le stime di Confesercenti, nei primi 6 mesi del 2014, il settore ha perduto circa 2,2 miliardi di euro di fatturato. Ed i settori che avvertono maggiormente la crisi economica sono i ristoranti, il commercio in sede fissa, i negozi di sigarette elettroniche, l’abbigliamento, le edicole e le librerie mentre aumenta solo il commercio ambulante mentre quello on line rimane stabile. Una situazione incresciosa destinata a peggiorare quella italiana, in cui sembra definitivamente tramontato il sogno e allo stesso tempo il miracolo della piccola e media impresa.