Brigitte Bardot, 80 anni tra star system e difesa degli animali
E un’altra star spegne ottanta candeline: stiamo parlando di lei, Brigitte Bardot (28 settembre 1934), la sensualità fatta persona. In effetti, anche se ormai non reciti più da decenni, il suo mito resta intramontabile: ancora cliccatissima su Google Images, sul motore di ricerca compare immediatamente col sorriso, imbronciata, triste o arrabbiata, ma sempre con quella carica erotica che sembra dire “dai, sono qui per te”. La Bardot, oggi, si aggrega alla fila di ottuagenari celebri, che solo la scorsa settimana hanno raggiunto il traguardo: Sophia Loren, Ornella Vanoni e Gino Paoli. Ma lei, nonostante lo splendore passato e la fama leggendaria, preferisce non festeggiare il compleanno. Ormai lontana dall’immagine bollente imposta con il film “E Dio creò la donna” (1956) di Roger Vadim, adesso B.B. pensa solo al suo attivismo e dice le cose senza peli sulla lingua, come ha sempre fatto d’altronde, attirandosi anche roventi polemiche.
Dalla Siria all’ecologismo, fino ad Hollande, Brigitte non risparmia nessuno
Dalla sua casa di Saint Tropez, ogni tanto la diva fa arrivare notizie di sè, anche se non riguardano più il mondo del cinema. Solo ieri, intervistata da Radio Europe 1, aveva detto la sua a proposito degli jihadisti europei che, soprattutto da Inghilterra, Francia e Belgio, preferiscono partire per arruolarsi nella guerra santa in Iraq o in Siria: “Gli farei la pelle a uno a uno – ha tuonato – e li spedirei a quei tipi laggiù per dirgli che, ogni volta che loro uccideranno un francese, noi uccideremo un jihadista”. Vabbè, è noto che la Bardot se ne freghi bellamente del “politicamente corretto”; è conosciuta la sua simpatia per i Le Pen, leader della destra francese, ed è stata condannata in passato per incitamento all’odio razziale contro gli islamici per via di alcuni libri che ha scritto. In compenso, è famosa altresì per essere una devota ecologista, vegetariana da cinquant’anni. La difesa degli animali è la sua missione da quando si è ritirata dalle scene nel 1973; e, per festeggiare gli ottant’anni, ha scritto una lettera aperta al presidente Hollande e al parlamento francese, in cui chiede di abolire la macellazione rituale e il consumo di carne del cavallo, ritenuto un animale da compagnia. La lettera si chiude in maniera un po’ melodrammatica: “Se non vedrò esaudite queste mie richieste, allora ho sprecato la mia vita”. Difficile rispondere di no a una dea.