Terrorismo islamico, cinque indagati in Veneto per reclutamento
Il reclutamento dei jihadisti passa anche dal Veneto: è con questa accusa che cinque persone, residenti nel Nord Est della regione, risultano indagate all’interno di un’inchiesta sul terrorismo internazionale aperta dalla Procura distrettuale di Venezia e che sta venendo condotta dai Ros. La notizia è stata resa nota dal Corriere del Veneto, aggiungendo che i cinque si tratterrebbero di stranieri vicini alle organizzazioni che si battono per la Jihad islamica in Medio Oriente. Il reato che ipotizzano gli inquirenti è il 270bis, l’articolo del codice penale che riguarda le associazioni eversive. Secondo gli investigatori, i cinque hanno svolto attività di reclutamento di persone, immigrati e non solo, che volevano raggiungere le zone calde della Siria e dell’Iraq per partecipare alle guerre sante dei fondamentalisti. Dopo che il ministero dell’Interno aveva lanciato l’allarme terrorismo nei giorni scorsi, proprio in Veneto si erano intensificate le attività di Intelligence sui centri islamici e su alcuni soggetti potenzialmente attratti dall’estremismo. Secondo il Corriere del Veneto, i servizi segreti hanno appurato che ci sarebbero una cinquantina di italiani, in gran parte di origini arabe, slave e africane, che hanno abbracciato la causa fondamentalista e che starebbero combattendo adesso in Siria. Ultimamente, il Veneto era stato lo scenario di alcuni episodi che avevano a che fare con il fondamentalismo islamico e simili: solo lo scorso 6 agosto, il ministro dell’Interno Angelino Alfano aveva disposto l’espulsione dell’imam di San Donà del Piave (VE), il quale, durante la preghiera del venerdì, aveva pronunciato parole di odio contro gli ebrei; si trattava del marocchino Raoudi Albdelbar, espulso per grave turbamento dell’ordine pubblico e pericolo per la sicurezza nazionale e per discriminazione per motivi religiosi.