Sabina Guzzanti, la locandina de “La Trattativa” scatena le ire del Pd
E’ polemica sulla locandina del nuovo film di Sabina Guzzanti “La Trattativa” che verrà presentato alla Mostra del Cinema di Venezia 2014 fuori concorso. La locandina infatti prende come spunto il simbolo della Repubblica Italiana mettendo al centro però un uomo con lupara e una coppola, chiaro riferimento alla Mafia. Una locandina efficace considerato il fatto che il film si occupa di raccontare la trattativa Stato-Mafia che da tempo è balzata all’onor di cronaca in Italia. E Sabina Guzzanti, che intende ripercorrere lo stile dei suoi precedenti film “Draquila” e “Viva Zapatero”, ha scelto questo argomento perché effettivamente è un elemento cardine della storia Italiana. La cosa però non è stata digerita da alcuni esponenti del Partito Democratico che hanno criticato alacremente la scelta di Sabina Guzzanti giudicata di “cattivo gusto”. “E’ inutile lamentarsi dei numerosi episodi all’estero che speculano sulla mafia per vendere prodotti, come i casi Don Panino e Vino Mafiozo, se poi in Italia ci troviamo di fronti a casi altrettanto deplorevoli come il manifesto del nuovo film di Sabina Guzzanti – dichiarano i deputati del Partito Democratico Michele Anzaldi, Lorenza Bonaccorsi, Federico Gelli, Ernesto Magorno e Nicodemo Oliverio – che appare decisamente irrispettoso dei simbolo della Repubblica, con l’inserimento al centro dello stemma dello Stato di un uomo con coppola e lupara”. E aggiungono: “Nessuno mette in discussione la libertà di trattare tutti gli argomenti, anche i più delicati e scabrosi, ma da una donna di spettacolo di successo come Sabina Guzzanti ci saremmo attesi una maggiore prudenza nel combinare simboli che non hanno nulla a che vedere tra di loro. A perdere la vita in agguati di mafia, ricordiamo centinaia di onesti servitori dello Stato e, nel caso specifico del processo sulla Trattativa, la questione è stata sollevata proprio dagli organi dello Stato. Fare di tutta l’erba un fascio è sempre un comportamento sbagliato, ma quando si tirano in ballo le istituzioni può diventare anche pericoloso”.