Milano, ucciso e fatto a pezzi: confessano i due assassini
Veloce svolta nell’orribile vicenda di Adriano Manesco, 77 anni, l’ex docente universitario ucciso e fatto a pezzi nella sua casa di Milano, i cui resti, occultati in un trolley, sono stati poi abbandonati in un cassonetto a Lodi: in appena due giorni, hanno confessato i due trentenni piacentini accusati sin da subito di essere gli autori del barbaro omicidio. Gianluca Civardi, 31 anni e Paolo Grassi di 32, arrestati lo scorso giovedì a Piacenza mentre tentavano di disfarsi di alcuni abiti insanguinati, hanno definitivamente ammesso di aver ucciso loro l’ex professore di Estetica all’università di Verona e di Geografia alla Statale di Milano; l’udienza di convalida del fermo è prevista per lunedì. Quando gli inquirenti si sono recati a casa dell’uomo, in via Luigi Settembrini a Milano, credevano di trovarsi di fronte un mattatoio: “Invece abbiamo rinvenuto poche tracce di sangue – hanno dichiarato dalla Questura di Milano – segno che i due assassini abbiano ripulito la casa dopo l’omicidio”. La confessione è stata resa dai due agli investigatori di Piacenza: l’omicidio sarebbe avvenuto nella stessa serata di giovedì. Pare che i due trentenni frequentassero da tempo l’uomo, ma saranno gli investigatori a chiarire il movente dell’omicidio, che comunque sarebbe di natura sessuale. Anche se avevano ripulito a fondo l’appartamento di Manesco, i due avevano lasciato qualche traccia; secondo le prime ricostruzioni della Scientifica della questura milanese, l’omicidio sarebbe avvenuto tra le 17 e le 22 di giovedì, quindi i due piacentini, arrestati intorno alle 2 di notte, avrebbero avuto tutto il tempo di sezionare il cadavere, metterlo nel trolley, ripulire da cima a fondo l’appartamento, abbandonare il trolley a Lodi e poi tornare nella loro città natale.
Sono stati proprio Civardi e Grassi a far ritrovare la valigia con dentro il corpo; nella loro macchina è stato ritrovato un grosso coltello, ma saranno le analisi a stabilire se sia servito per uccidere oppure per sezionare il corpo di Manesco. Tra le varie ipotesi degli inquirenti, si tende a escludere la rapina finita male: l’appartamento non era in disordine, l’ex docente non aveva grosse disponibilità economiche e spendeva i soldi soprattutto per comprare libri. Tutta la dinamica del delitto farebbe pensare ad un incontro a luci rosse, ma bisognerà attendere l’interrogatorio dei due fermati per saperlo. Manesco era conosciuto dai vicini, i quali hanno dato l’allarme dopo aver visto i due trentenni sporchi di sangue allontanarsi con il trolley, come una persona gentile e schiva; aveva poi una piccola storia alle spalle, era stato compagno di liceo di Silvio Berlusconi.